Sono stati rinviati a giudizio per la morte di Martina Rossi, avvenuta nell’estate di sei anni fa durante una vacanza in Spagna, i due giovani aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, rispettivamente di 25 e 26 anni, entrambi residenti a Castiglion Fibocchi (Arezzo). Dovranno rispondere del reato di morte in conseguenza di tentata violenza sessuale. Il processo inizierà davanti al Tribunale di Arezzo il 13 febbraio 2018. La studentessa ligure è morta nel 2011 a Palma di Maiorca cadendo dal balcone del sesto piano dell’hotel Sant’Ana e secondo l’accusa stava scappando da due ragazzi che volevano violentarla.

Questa è la decisione del Gup Piergiorgio Ponticelli dopo varie ora di camera di consiglio, che ha accolto le richieste della procura. Gli avvocati difensori, invece, avevano chiesto l’archiviazione, sostenendo che la ragazza si fosse suicidata. Una versione a cui i genitori della ragazza, presenti all’udienza, non avevano mai creduto. “Mai e poi mai mia figlia si sarebbe tolta la vita” ha sempre ripetuto il padre. “La verità era macroscopica, il comportamento della Spagna è stato inconcepibile – ha commentato oggi in lacrime il padre Bruno all’uscita del tribunale – Il rinvio a giudizio permette di recuperare una mancanza grave emersa dal comportamento degli spagnoli ma anche di tutti coloro che erano con Martina che hanno nascosto la verità anche con atti volontari. Mi chiedo come ciò sia potuto accadere in un continente come l’Europa, per suo papà ma anche sopratutto per la sua mamma”. Soddisfatti anche i legali della famiglia: “Grazie al gran lavoro svolto dalle procure di Genova e Arezzo siamo arrivati al processo, è fondamentale che sia stato riconosciuto questo diritto“.

La morte risale all’estate di sei anni fa, quando la giovane si trovava in vacanza alle Baleari assieme ad alcune amiche. Durante una serata, il gruppo aveva incontrato quattro ragazzi di Arezzo. Le comitive avevano passato la serata assieme nell’albergo Sant’Ana. Mentre due compagne di Martina si erano appartate in una stanza al primo piano assieme a due ragazzi, la vittima salì al sesto piano nella stanza 609 assieme ad Albertoni e Vanneschi. Lì, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due hanno provato a molestarla. La giovane aveva provato a scappare passando dal balcone per rifugiarsi nella stanza adiacente ma era scivolata su degli asciugami, precipitando nel vuoto. Le indagini della polizia spagnola avevano archiviato il caso come un suicidio. La procura di Genova aveva aperto un fascicolo, passato poi ad Arezzo per competenza territoriale. Tra le prove allegate anche le registrazioni nella questura con delle telecamere nascoste. I due giovani, in attesa di essere ascoltati come testimoni, erano soddisfatti che dall’autopsia non erano emersi “segni di violenza sessuale”.

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