Marica Ricutti, 39 anni, dopo avere girato molti reparti nello stabilimento di Corsico, a un nuovo cambio di mansione avrebbe dovuto anticipare l’inizio del turno. Ma non poteva farlo per motivi famigliari. Il gruppo svedese in un primo momento le era andato incontro, poi aveva cambiato idea
Mamma separata e con due figli, di cui uno disabile, licenziata dall’Ikea di Corsico (Milano) dopo 17 anni. Ma ora l’azienda, dopo molte proteste, sembra frenare per “valutare al meglio tutti i particolari” della vicenda. La Filcams Cgil, che nel grande magazzino ha proclamato due ore di sciopero in sua solidarietà, con un presidio annunciato per il 5 dicembre. Marica Ricutti, 39 anni impiegata nello stabilimento in Lombardia, dopo avere girato molti reparti, a un nuovo cambio di mansione avrebbe dovuto anticipare l’inizio del lavoro ma non poteva arrivare alle 7 del mattino perché, madre separata, deve portare i figli a scuola e assicurare a uno dei due disabile una cura specialistica.
Ricutti, per risolvere la sua situazione si era rivolta anche al sindacato. Lei aveva infatti accettato il cambio di reparto, chiedendo che il gruppo svedese le andasse incontro per gli orari. All’inizio avrebbe ricevuto assensi verbali, poi l’atteggiamento sarebbe cambiato.
Prima le è stato contestato il fatto che proseguisse nell’orario che faceva prima del cambio, con inizio alle 9 del mattino, poi è arrivato il licenziamento essendo venuto meno il rapporto di fiducia con la lavoratrice, che ha la tutela dell’articolo 18. “Ikea dà un segnale a tutti”, sintetizza il segretario milanese della Filcams Cgil, Marco Beretta. “E’ una storia che racconta del fatto che quel pezzo di Statuto dei Lavoratori non è un ferro vecchio, ma uno strumento della modernità perché libera i lavoratori dal ricatto”, scrive su Facebook il capogruppo di Articolo 1 – Mdp Francesco Laforgia, mentre la vicepresidente dei deputati del Partito Democratico Titti Di Salvo ha preannunciato un’interrogazione parlamentare chiedendo che sulla vicenda “venga fatta chiarezza”. Tra gli altri interviene anche Rifondazione Comunista, così come su Twitter Teresa Bellanova, viceministro allo Sviluppo economico e componente della segreteria del Pd, invita “Ikea a ripensarci”. Interviene anche la segretaria Cisl Annamaria Furlan: “E’ un fatto molto grave, inaccettabile, che ripropone nel nostro paese quanto sia difficile per le donne conciliare il lavoro con la cura della famiglia”.
In serata è arrivata la frenata dell’azienda. “In merito alla situazione di Marica Ricutti, Ikea Italia comunica che sta svolgendo tutti gli approfondimenti utili a chiarire compiutamente gli sviluppi della vicenda” in quanto “vuole valutare al meglio tutti i particolari e le dinamiche relative alla lavoratrice oggetto della vicenda. Solo dopo aver completato questa analisi” Ikea Italia spiega che “commenterà le decisioni prese e le ragioni che ne sono alla base”