In primo grado l'ex consigliere regionale era stato condannato a 2 anni e 8 mesi. Nel processo d’appello sono confluite le recenti dichiarazioni di Giuseppe Lapis e del figlio Gianluigi, gli imprenditori che realizzarono il Golf club Le Madonie. Prescritte parte delle accuse
La prima sezione della corte d’appello di Palermo ha assolto l’ex deputato regionale di Alternativa popolare, Francesco Cascio. L’attuale esponente di Forza Italia era accusato di corruzione. In primo grado Cascio era stato condannato a 2 anni e 8 mesi. A causa di quella condanna era decaduto dall’Assemblea regionale siciliana per la legge Severino. La corte ha dichiarato prescritte le accuse relative alla delibera del 2001 con la quale è stato dato il finanziamento europeo alla Ecotecna per la realizzazione di un resort, mentre Cascio è stato assolto nel merito per la circolare del 2005 con la quale veniva estesa la possibilità di utilizzo dei fondi anche per “lavori in economia”.
Secondo l’accusa, Cascio, mentre era assessore al Turismo e vicepresidente della Regione nel governo Cuffaro (2001-2004), avrebbe consentito alla Ecotecna di ottenere fondi europei per un resort e di un impianto sportivo adibito a campi da golf. In cambio avrebbe ricevuto “lavori” e “servizi” per la costruzione di una villetta a Collesano, nei pressi dello stesso resort. Cascio, sempre secondo l’accusa, avrebbe agito “in concorso” con altri due ex dirigenti regionali, Agostino Porretto e Aldo Greco, che hanno scelto il rito ordinario.
Nel processo d’appello sono confluite le recenti dichiarazioni di Giuseppe Lapis e del figlio Gianluigi, gli imprenditori che realizzarono il Golf club Le Madonie. Ai magistrati Giuseppe Lapis aveva detto di aver “ottenuto dall’onorevole Cascio facilitazioni nell’ottenimento dei contributi per la mia società, la Ecotecna. In particolare, Cascio si prodigò perché fosse approvata la delibera che ammetteva fra i lavori finanziabili anche quelli svolti in economia”. Ma, in aula, rispondendo alle domande del pg Emanuele Ravaglioli, Lapis aveva aggiustato il tiro: “Sono andato in assessorato come avevo già fatto in precedenza. Volevo sollecitare l’assessorato per sbrigare la mia pratica, se la prendevano comoda. Non ho mai chiesto a Cascio di fare cose illecite. Di quella circolare non ho beneficiato solo io”.
“Cascio può tornare alla politica. Adesso leggeremo le motivazioni della sentenza e poi ricorreremo in Cassazione perché vogliamo che l’ex deputato possa essere assolto nel merito anche per il capo d’accusa relativo al 2001”, dicono gli avvocati Nino Caleca, Roberto Mangano ed Enrico Sanseverino che hanno difeso l’ex deputato regionale siciliano. “Finalmente c’è un giudice a Berlino. Mi hanno tolto due anni di vita, con l’assoluzione spero di avere recuperato almeno una parte di dignità che mi è stata tolta con la condanna di primo grado. Sono uscito da sotto un treno”, ha commentato invece il politico, che in passato è stato anche presidente dell’Assemblea regionale siciliana.