Il segretario democratico a Radio Capital: "Non sono euforico, ma il tempo è galantuomo. La mancata vigilanza già emersa su Ferrara, ora anche su altre"
Da ieri “è chiaro” che “il problema non era il Pd“. Anzi, “il Pd esce a testa alta“. E la sottosegretaria Maria Elena Boschi deciderà se fare le querele. Matteo Renzi dopo un giornata di silenzio brandisce il caso Etruria-Bankitalia. Tutto secondo copione: “La commissione d’inchiesta – dice il leader democratico a Circo Massimo, su Radio Capital – sta dimostrando che la battaglia del Pd era giusta, era basata su dati di fatto, il problema non era il Pd, non c’era alcun pasticcio”. Il punto, per il Pd, è che “siamo stanchi di prendere fango: con una battuta direi che non vorrei che Vegas andasse alla Figc“. L’ex capo del governo si riferisce alla possibilità (già sulla via del tramonto) che il presidente della Consob Giuseppe Vegas diventi il presidente della Lega della Seria A.
Piuttosto secondo Renzi, “la vicenda Boschi è stata un gigantesco alibi per non parlare di chi ha avuto problemi seri. La Boschi ha parlato in Parlamento, ora deciderà lei come difendersi in via legale con le querele”. In questo caso il punto è ancora quello della circostanza emersa con il libro di Ferruccio De Bortoli, Poteri forti, secondo il quale Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, fu contattato proprio dall’allora ministra delle Riforme Boschi perché valutasse il dossier Banca Etruria.
Insomma, per Renzi “sulle banche continuate a guardare il dito e non la luna: il Pd esce a testa alta”. “Non sono euforico su quello che è successo ieri – insiste Renzi – Ma il tempo è galantuomo. E il Pd esce a testa alta. Rispetto ai consumatori e i risparmiatori abbiamo ascoltato le loro ragioni. Poi bisogna dire la verità, la vicenda della commissione, dimostra che la discussione sui media su chissà quale pasticcio sulle banche era sfasata. La mancata vigilanza era emersa già su Ferrara e ora anche su altre”. E in particolare su Etruria “il procuratore di Arezzo ha spiegato che non c’è nessun profilo penale per il padre di Boschi. Vicenda considerata come gigantesco alibi per non affrontare il problema dei risparmiatori fregati dai manager”.