“Il problema vero non sono i quattro ragazzi che hanno fatto irruzione, ma un’immigrazione fuori controllo, voluta da qualcuno, organizzata e alimentata da una certa sinistra che fa favori ai poteri forti e cerca lo scontro sociale”. Matteo Salvini torna sui suoi passi dopo aver detto prima che “la colpa di Matteo Renzi, non di presunti fascisti” e poi preso le distanze dai militanti del Veneto Fronte Skinhead, autori dell’irruzione a Como durante una riunione della rete di associazioni impegnata nell’assistenza ai migranti.
Da Castelvortuno, dove ha partecipato alla “caccia ai caporali”, il leader della Lega era intervenuto ad Agorà nel corso della mattinata e sembrava essersi sganciato dai skinhead: “La violenza di qualunque colore va condannata – aveva detto – Un razzista è un idiota, uno che si ritiene superiore a qualcun altro ha dei problemi mentali. Io non mi ritengo superiore a nessun altro però pretendo che se do rispetto chi arriva a casa mia porti rispetto. Rispetti la nostra storia, la nostra cultura, la nostra tradizione, il nostro concetto di famiglia”. Poi la marcia indietro, con gli autori dell’irruzione definiti “quattro ragazzi” che non sono il “vero problema”.
Un’idea assai lontana da quella del compagno di partito Roberto Maroni. Il presidente della Regione Lombardia ha fortemente condannato i fatti di Como e ammesso che il centrodestra li ha sottovalutati: “Fatti come questi non sono atti di violenza – ha detto a Repubblica – ma forse sono ancora più gravi”. Un intervento deciso al quale Salvini ha risposto che “Maroni fa bene il presidente della Regione, ma ognuno deve fare il suo mestiere” e rilanciato l’iniziativa in programma il 10 dicembre a Roma: “Abbiamo organizzato una manifestazione nazionale su legalità, sicurezza, protezione per i confini e interesse per gli italiani – conclude il leader della Lega – Solo l’Italia sta subendo un’immigrazione simile, senza reagire, anzi incentivandola”.