AMORI CHE NON SANNO STARE AL MONDO di Cristina Comencini. Con Lucia Mascino, Thomas Trabacchi, Valentina Bellé. Italia, 2017. Durata: 92’ Voto 3/5 (DT)
Claudia, anticonformista professoressa universitaria quarantenne e qualcosa di più, si sveglia di soprassalto e invia compulsivi sms all’ex fidanzato. Questi è Flavio, anche lui prof universitario, che sciorina però autorevolezza e rigidità accademica come nella vita. Tempo di un paio di battute giù per le scale di casa per modulare il registro comico andante con brio che il racconto comenciniano inizia a farsi carotaggio del recente passato tra i due protagonisti, prima della separazione voluta da Flavio e dall’ossessione amorosa per lui che ha fulminato Claudia. Abbracci che saldano, liti stralunate e furiose, affetto sincero, prima che lui lasci lei, incontri e sposi la 30enne Giorgia, e che Claudia lacerata dall’attesa dell’amato accetti un’uscita con la conturbante studentessa Nina. Commedia un po’ nevrotica e un po’ sentimentale, volontariamente mancante con gusto e raziocinio del classico freno inibitorio su parecchi tabù e su molte certezze da sguardo etero e maschilista, Amori che… recupera i frammenti di un discorso amoroso senza il peso della sopravvalutata sicumera di Barthes, orientandosi sulla pista divertita di un fitto e franco dialogare su sessualità e identità di genere (plauso alla gag onirica con Silvia Calderoni e il sistema “etero-capitalista” basato sul testosterone dove “un uomo resta sul mercato fino a 65 anni, la donna a 45 se non nel mondo lesbico”). Autoironia su difetti corporei di donne e uomini, scene di sesso credibilissime, macchina da presa che sul sottofinale sembra librarsi istintiva e pura tra i tavoli di un matrimonio, tovaglie svolazzanti, e sguardi sfiniti, sospesa in un tempo apparentemente tragico che invece si trasforma nuova opportunità di vita. Mascino finalmente al top.