SEVEN SISTERS di Tommy Wirkola. Con Noomi Rapace, Glenn Close, Willem Dafoe. GB 2017. Durata: 122’ Voto 2,5/5 (DT)
In una società futura sovrappopolata per via di cibo ogm sfuggito di mano ai produttori, il governo della nazione occidentale mette in pratica con le armi e la legge i dettami di Nicolette Cayman: un figlio solo a coppia. E se ne nascono di più, tutti in fila obbligati a farsi ibernare con il sistema Cayman da lei brevettato. Mister Terrence però trasgredisce alla legge e nasconde le sue sette nipotine gemelle in una enorme, attrezzatissima, ed ipertecnologica mansarda. Battezzata ognuna col il nome di un giorno della settimana, fin da bimbe le sorelline sono costrette ad uscire solo nel giorno corrispettivo dei loro singoli nomi. Morto il nonno, e una volta adulte, una delle sette ragazze scoprirà i fini nefandi della vegliarda Cayman e per loro inizierà una rapida e sanguinosa decimazione. Thrillerone di pura serie B come si faceva una volta, poco plausibile nella trama e sovrabbondante di sangue, dita spezzate e occhi cavati, con sequenze action meccaniche e spettacolari, perfino con un filo di humor che mai guasta prima che arrivi la morte. Prendere o lasciare. Non è né Matrix, né un action thriller più meditabondo all’europea, ma qualcosa che somiglia a un videogame, tanta e tale la piallatura dei caratteri secondari in scena che non siano le sette sorelle. Sette personaggi, ma comunque una sola attrice, la Rapace, ancora una volta donna che continua “ad odiare gli uomini”, costretta con una certa robusta fisicità e foga a dimenarsi tra salti tra tetti e libidinose scene di sesso.