Corrado Clini sta con Michele Emiliano sulla questione dell’Ilva, Gian Luca Galletti no. L’attuale e l’ex ministro dell’Ambiente intervengono nelle polemiche scatenate dal ricorso al Tar della Regione Puglia contro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ha prorogato al 2023 le misure di Piano ambientale dell’acciaieria di Taranto. “A parte il dubbio che un decreto del Consiglio dei ministri possa modificare i termini stabiliti da una legge – dice l’ex ministro – è difficilmente comprensibile la levata di scudi contro il sindaco di Taranto e il presidente della Regione”.
“Dire verità su spericolata operazione”
Secondo Clini, sarebbe “meglio individuare misure urgenti per ‘tamponare’ le criticità ambientali ben rappresentate dalle polveri che oscurano il cielo di Taranto”. In questa situazione, dice l’ex ministro del governo Monti, più che il Mise che sta contrastando la posizione di Emiliano, “è il dicastero dell’Ambiente che dovrebbe far sentire la propria voce” e “finalmente sarebbe ora di dire tutta la verità sulla spericolata operazione che ha portato al commissariamento dell’Ilva e al rinvio di tutti i termini per il risanamento dello stabilimento”.
“La proroga in aperta contraddizione con mie misure”
Poi entra nel merito del ricorso presentato dal Comune di Taranto e Regione Puglia: “L’Autorizzazione integrata ambientale che ho rilasciato il 26 ottobre 2012, e che è stata recepita con legge del 24 dicembre 2012 – ricorda l’ex ministro – prevedeva che il piano di risanamento dell’Ilva con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili, copertura dei parchi minerari compresa, accettato dalla proprietà, dovesse essere completato entro la fine del 2015“. Due anni dopo quella scadenza, aggiunge Clini, la proroga al 2023 “è in aperta contraddizione con le motivazioni sanitarie e ambientali che avevano guidato la severità e l’urgenza dell’Autorizzazione integrata ambientale”.
Camusso: “Ci vuole responsabilità”
Una posizione che ricalca, nella sostanza, quella di Emiliano. Al presidente della Regione si rivolge la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, spiegando che pur essendo legittimo pensare che il piano ambientale per l’Ilva “non sia sufficiente” è stato conquistato un tavolo di confronto e quello è il ruolo per discutere. Per questo, aggiunge, è necessario che tutti facciano un “passo responsabile”: “È intorno a quel tavolo – ha detto – che si definiscono le soluzioni. Diciamo al presidente della Regione Puglia che quel ricorso non va bene e diciamo al ministro Calenda di non sospendere il tavolo”. Secondo Camusso, il ricorso “è un gioco da bambini, un modo di far saltare l’asta di vendita”.
Galletti: “Non c’è piano B”
E su questo aspetto si focalizza anche il ministro Galletti per il “piano B non c’è, è una posizione incomprensibile e irresponsabile”. Il titolare dell’Ambiente afferma di rifiutare “le dichiarazioni di Emiliano quando dice che la Regione Puglia e il Comune di Taranto non sono stati coinvolti nella redazione delle modifiche all’Aia”. Il progetto – secondo Galletti – “è stato messo in consultazione pubblica” ed “Emiliano in maniera strumentale omette di dire che in fase consultiva è stata aggiunta una limitazione alla produzione”.
Commissione Ue: “Richiesti chiarimenti”
Sulla vicenda si è pronunciata anche la Commissione europea, spiegando di seguire da vicino la vicenda: il pieno rispetto del nuovo piano ambientale” dell’Ilva “potrebbe richiedere più tempo, a causa della mole di lavori ed il ritmo del processo di privatizzazione che ancora non è concluso, ma fino a quando il pieno rispetto non sarà raggiunto, l’impianto dell’Ilva non funzionerà nella sua piena capacità, al fine di ridurre l’inquinamento“, spiega da Bruxelles, insistendo “sulla necessità urgente dei lavori di bonifica, che non dovrebbero subire ritardo”. Un ruolo chiave – dice la Ue – sarà “giocato dal nuovo piano ambientale ed il suo rispetto delle leggi Ue, in particolare quelle sulla Direttiva sulle emissioni industriali”. Bruxelles spiega che “sono stati richiesti chiarimenti, incluso sulle scadenze per raggiungere il pieno rispetto con gli standard ambientali, e sullo stato dell’arte degli urgenti lavori di bonifica, così come i recenti eventi di ‘sloping’ quando le polveri sono arrivate sulla città”.