Sono Luca Nivarra e Fabrizio Morabito. Il primo recentemente è stato coinvolto nell’indagine sulla gestione illecita dei beni confiscati alla mafia che ha portato al rinvio a giudizio, tra gli altri, del giudice Silvana Saguto
Sono finiti agli arresti domiciliari per peculato e falso. Sono le accuse contestate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria a Luca Nivarra, professore ordinario di diritto privato presso l’università degli studi di Palermo, e a Fabrizio Morabito, avvocato e sequestrato beni per 160mila euro. L’indagine, coordinata dalla procura guidata da Francesco Lo Voi, è scaturita dagli esiti di una consulenza tecnica d’ufficio, disposta dal Tribunale Civile di Palermo, nell’ambito di un procedimento promosso dagli eredi di una persona defunta.
Dopo la morte dell’uomo, nel 2004, il Tribunale di Palermo aveva nominato Nivarra amministratore provvisorio di un ingente patrimonio immobiliare che il defunto, con testamento pubblico, aveva destinato alla costituzione di una fondazione a suo nome. Nell’espletamento del suo incarico, il docente è stato coadiuvato e successivamente (nel marzo 2014) sostituito dall’avvocato Morabito. A settembre del 2014, il Tribunale civile di Palermo ha annullato il testamento pubblico per incapacità di intendere e di volere del testatore, disponendo la devoluzione del patrimonio ai legittimi eredi. Dalle indagini, è emerso che il docente e il legale, in relazione al loro incarico di amministratori giudiziari dei beni facenti parte dell’eredità, e, quindi, pubblici ufficiali, si sono appropriati di consistenti somme di denaro derivanti dagli incassi dei canoni di locazione degli immobili dell’amministrazione provvisoria, di cui avevano la disponibilità. Nivarra, nel corso degli anni, ha presentato al Tribunale di Palermo delle relazioni false, con informazioni e dati finanziari relativi alla gestione provvisoria dei beni del defunto non corrispondenti alla realtà, in modo tale da occultare l’ammontare degli importi indebitamente sottratti. Morabito ha cercato di giustificare gli ammanchi di denaro rilevati dalla consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale di Palermo, sovrastimando l’entità di alcuni crediti vantati dall’amministrazione provvisoria nei confronti di inquilini morosi. Nel 2016 Morabito ha restituito agli eredi del defunto denaro e titoli per oltre 67 mila euro, ritrovati “casualmente”, a suo dire, all’interno di “16 buste” scoperte tra la documentazione relativa alla gestione provvisoria.
La pm che ha coordinato l’inchiesta, Francesca Dessì, sta sovrintendendo alle perquisizioni disposte nello studio legale di Morabito. Nivarra recentemente è stato coinvolto nell’indagine sulla gestione illecita dei beni confiscati alla mafia che ha portato al rinvio a giudizio, tra gli altri, del giudice Silvana Saguto. La posizione del docente, che era accusato di falso, è stata stralciata dopo che il gip di Caltanissetta si è dichiarato incompetente a decidere. Il procedimento a suo carico è stato trasmesso a Palermo in quanto, a differenza del troncone principale che vedeva il coinvolgimento di quattro magistrati palermitani, circostanza che ha radicato la competenza a Caltanissetta, le vicende che riguardano Nivarra non coinvolgono toghe del capoluogo siciliano. Nivarra nell’inchiesta Saguto è accusato di truffa e falso in concorso con l’amministratore giudiziario Walter Virga, che lo avrebbe incaricato di svolgere una serie di consulenze legali per la gestione del patrimonio sequestrato all’imprenditore mafioso Rappa. Ma per gli inquirenti le consulenze non sarebbero mai state svolte.