Filippo Fratini, marchigiano di 34 anni, da ricercatore ha lavorato in Germania, Finlandia, Francia e Austria. Ma nonostante le numerose pubblicazioni, trovare stabilità era molto complicato. A Vienna, però, si è iscritto a un master in Finanza quantitativa che gli ha aperto nuove opportunità. "Nel mondo di oggi è fondamentale possedere competenze trasversali"
La vita di Filippo Fratini, nato 34 anni fa a Pergola, nelle Marche, ha conosciuto un prima e un dopo. Il prima sono stati gli otto anni di ricerca scientifica in Fisica, in giro per l’Europa e per il mondo, il dopo è la laurea in Finanza quantitativa, che gli sta permettendo di costruirsi un futuro più solido in Austria. “Quando stavo finendo la magistrale a Perugia sapevo già che mi sarei dovuto spostare per il dottorato, così dopo la tesi volai in Germania”, racconta. Ma una volta arrivato a Heidelberg Filippo si rende conto che non è tutto oro quello che luccica: “Le prospettive di fare carriera erano più rosee rispetto all’Italia, ma non erano delle migliori – spiega -, e ben presto ho realizzato che troppe persone hanno come obiettivo professionale quello di diventare professori universitari e si mettono in fila una dietro l’altra, come delle formichine”.
Un circolo vizioso, in cui domanda e offerta non si incontrano mai: “Non ci sono abbastanza fondi per inserire tutti questi docenti – sottolinea – e d’altronde non avrebbe senso formare tanti professori quanti sono gli studenti”. Dopo aver vinto un’altra borsa di studio Filippo si trasferisce in Finlandia, ma la situazione è più o meno la stessa: “Dal punto di vista della ricerca non cambiava molto – ammette -, sempre pochi posti a fronte di troppe persone”.
È nel Paese scandinavo che incontra una collega, che poi diventerà sua moglie, e insieme volano oltreoceano: “Ci siamo trasferiti in Brasile per un anno e mezzo e lì le opportunità lavorative erano migliori – ammette -, ma purtroppo ben presto abbiamo dovuto fare i conti con il problema della sicurezza”. È stato un episodio in particolare a spingerli a tornare in Europa: “A Rio de Janeiro siamo stati aggrediti da un ragazzo con un macete che voleva il mio borsellino”, ricorda. Una volta rientrato Filippo continua sulla strada della ricerca, prima in Francia e poi in Austria ma, nonostante le numerose pubblicazioni, trovare la stabilità è molto complicato: “Durante i miei anni di studi ho lottato tanto, ho cercato nuovi contatti, scritto articoli e progetti– spiega -, eppure non è stato sufficiente, perché il mondo universitario è estremamente complesso”.
Tutte ragioni valide per pianificare un progressivo allontanamento dalla ricerca. Come primo step, Filippo decide di iscriversi a un corso di laurea in Economia a distanza a Urbino: “Dopo aver dato alcuni esami sono riuscito ad accedere a una magistrale in Finanza quantitativa qui a Vienna – ricorda -, e nel frattempo ho trovato un posto in banca come stagista”. Ben presto si rende conto che questo nuovo percorso è in grado di aprirgli molte porte: “Le possibilità lavorative sembravano davvero infinite rispetto a quelle della mia vita precedente – ammette -, e poi, finalmente, i miei sforzi venivano ripagati”. Già prima che terminasse gli studi gli è stato offerto un lavoro in banca a tempo indeterminato, in cui mettere in pratica tutte le conoscenze acquisite in questi anni: “Per il mio impiego servono conoscenze di vario tipo, che vanno dalla matematica all’economia e che ho maturato grazie allo studio della Fisica teorica combinato a quello della Finanza quantitativa”.
Da poco è arrivata anche la notizia di un importante riconoscimento, che gli verrà consegnato dal Ministro della Scienza, Ricerca ed Economia austriaco, in una cerimonia ufficiale: “Grazie al mio lavoro ho vinto il premio governativo Würdigung, che ogni anno viene assegnato alle 50 migliori tesi di tutte le università austriache”. La ricerca, però, gli è rimasta nel cuore: “Nel tempo libero continuo a studiare e a pubblicare articoli scientifici – conclude -, è la curiosità che muove tutto”. Per questo ha un consiglio da dare ai giovani che stanno incontrando delle difficoltà: “È importante sapersi mettere in discussione – conclude -, nel mondo di oggi è fondamentale possedere competenze trasversali e trovare il modo migliore per valorizzarle”.