“Per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani. Pensioni, i conti non tornano!”. Con questo slogan la Cgil scende in piazza a Roma, Bari, Cagliari, Palermo, e Torino dopo l’esito del confronto con il governo sulle pensioni considerato “insufficiente”. E per Susanna Camusso la priorità è di “ricostruire i fili” dell’unità sindacale, rotta con Cisl e Uil, dopo la spaccatura consumata al tavolo con l’esecutivo. Con la Cgil contraria al documento presentato da Gentiloni e gli altri due sindacati favorevoli.

Nel suo discorso da Piazza del Popolo a Roma, a chiusura della mobilitazione, la segretaria generale ha ringraziato “i lavoratori di Amazon perché hanno squarciato il velo sulle vere condizioni di lavoro di quel luogo. Le persone più ricche al mondo sono 8 uomini bianchi e tra questi c’è il proprietario di Amazon, l’azienda che si arricchisce sfruttando i propri lavoratori“. Poi a ricordato il caso di Marica Ricutti, la madre separata con due figlia a carico – di cui uno disabile – che dopo 17 anni è stata licenziata da Ikea. “Vogliamo abbracciare lei e i lavoratori” dell’azienda svedese, ha detto. “Non ci crediamo che il proprietario dell’Ikea non possa creare un turno che concili tempi di lavoro e famiglia“.

Tra gli obiettivi della mobilitazione anche quelli di “bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, superare la disparità di genere e riconoscere il lavoro di cura, garantire una maggiore libertà di scelta ai lavoratori su quando andare in pensione”. E ancora, “favorire l’accesso alla previdenza integrativa” e “garantire un’effettiva rivalutazione delle pensioni”. Ma le motivazioni della mobilitazione non si fermano alla previdenza, perché il sindacato guidato da Susanna Camusso chiede anche di “cambiare la legge di bilancio per sostenere lo sviluppo e l’occupazione”, di “estendere gli ammortizzatori sociali“, di “garantire a tutti il diritto alla salute” e di “rinnovare i contratti pubblici“.

“Abbracciamo la piazza di Torino che è sotto la neve –  ha detto la Camusso -. In molti raccontano che la manovra è una manovra sociale. Indubbiamente ci sono i fondi per il rinnovo dei contratti pubblici ma vogliamo che siano rinnovati e non solo annunciati”. La segretaria della Cgil ha poi sottolineato come siano “stati fatti dei passi nella lotta alla precarietà per la stabilizzazione, ma – ha aggiunto – diciamo che per i precari della ricerca vanno messi dei fondi e noi saremo con loro in piazza. Così non va bene. Vediamo che questa manovra che doveva essere una manovra sociale manca di un intero capitolo: manca la sanità. E manca un intero capitolo, quello sulla non autosufficienza“, sottolinea parlando della legge di bilancio. E sull’articolo 18 ha sottolineato come non sia “un totem ideologico“, ricordando le parole usate da Matteo Renzi. Al contrario, ha aggiunto, è “una necessità concreta per rispettare i luoghi di lavoro. Lo dimostrano tutti i casi di licenziamenti ingiustificati che compaiono in questi giorni sui giornali”.

In piazza del Popolo a Roma già da ieri è pronto il palco con megaschermi e palloncini rossi. Nella capitale la mobilitazione è partita alle 9 in piazza della Repubblica e ha aderito anche Rete Studenti. A Torino il corteo è andato da Porta Susa e a San Carlo, a Bari da piazza Massari a piazza Prefettura. A Palermo da piazza Croci a piazza G. Verdi e a Cagliari da viale Regina Elena (giardini pubblici) a piazza Garibaldi.

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