Due giorni fa ha lasciato il suo incarico al ministero dell’Istruzione, motivando la scelta con il “fallimento” della riforma del sistema di Alta formazione artistica e musicale. In chiara polemica con la ministra Valeria Fedeli e con l’ex ministra Stefania Giannini. Ora si scopre che la sottosegretaria Angela D’Onghia nel dicembre 2015 ha chiamato a Roma con l’incarico di capo della segreteria del suo ufficio il nipote Stefano Paciello. Per lui uno stipendio da 72mila euro nel 2016 e 85mila nel 2017. A raccontarlo è Repubblica, che riferisce come Paciello smentisca la parentela mentre la stessa D’Onghia precisa: “Non si tratta di un nipote in linea diretta, è un nipote acquisito”.
“La legge non me lo impedisce”, continua la senatrice eletta nel 2013 in Puglia nella lista Con Monti per l’Italia, perché “chi non è imparentato in linea diretta può far parte delle segreterie”. E per giustificare la scelta aggiunge: “Due anni dopo il mio arrivo al ministero è accaduto un fatto increscioso. Sono spariti all’improvviso dei documenti negli uffici. Per questo ho deciso di chiamare a Roma una persona di cui sapevo di potermi fidare“. Ora comunque “anche lui ha lasciato l’incarico”. La senatrice pugliese smentisce che le dimissioni abbiano a che fare con questa storia: “Capisco che ogni tanto bisogna buttare fango su qualcuno, ma io penso di essere una persona corretta”.