Il Presidente degli Stati Uniti rompe il silenzio e, dal South Lawn della Casa Bianca, commenta così dopo che il suo ex consigliere alla Sicurezza nazionale ha ammesso di aver mentito all’Fbi. Ma le parole di Flynn - riportano i media americani - sembrano mettere a rischio anche il numero due di Washington
“Non c’è assolutamente nessuna collusione” tra la campagna elettorale di Donald Trump e la Russia. Il Presidente degli Stati Uniti rompe il silenzio e dal South Lawn della Casa Bianca commenta così dopo che il suo ex consigliere alla Sicurezza nazionale Michael Flynn ha ammesso di aver mentito all’Fbi. Trump ha parlato ai giornalisti prima di spostarsi a New York per partecipare ad alcuni eventi di raccolta fondi per i repubblicani.
E a chi gli chiede se sia preoccupato per le rivelazioni che Flynn potrebbe fare al procuratore speciale per il Russiagate Robert Muller, Trump risponde un secco “no”. Il presidente Usa continua a negare le ormai sempre più probabili influenze della Russia, come ha sempre fatto in tutti questi mesi: alcune fonti della Casa Bianca hanno raccontato alla Cnn che Trump vive in una “bolla” di negazionismo nei confronti delle indagini, mentre dovrebbe essere in stato di allerta dopo la dichiarazione di colpevolezza di Flynn e la sua volontà di collaborare con le indagini sul Russiagate.
Ma le dichiarazioni di Flynn fanno tremare anche il vice presidente americano, Mike Pence. Finora è riuscito a mantenere sempre le distanze dalle indagini sul Russiagate, dicendosi estraneo, ma le parole di Flynn – riportano i media americani – sembrano mettere a rischio l’intero transition team di Donald Trump, di cui Pence era alla guida. I dubbi sul fatto che non fosse poi così estraneo ai contatti con la Russia si sono intensificati nelle ultime ore e fanno tremare anche la seconda carica dello Stato. Un altro colpo di scena nella complessa vicenda, perché se Trump dovesse essere coinvolto nelle indagini e giudicato non più in grado di governare, Pence, in qualità di vice, dovrebbe prenderne il posto. Ma se anche Pence dovesse essere coinvolto nelle indagini, ad assumere la presidenza sarebbe la terza carica dello stato, lo speaker della camera, che è al momento Paul Ryan.
L’ex consigliere alla sicurezza Michael Flynn ha accettato il 1 dicembre di collaborare con le indagini del procuratore speciale Robert Mueller, che indaga sul cosiddetto Russiagate, e ha ammesso di aver avuto un ruolo nella vicenda che vede la Russia accusata di aver interferito nella campagna elettorale delle presidenziali americane del 2016. Secondo Abc News, Flynn dirà anche che Trump gli chiese di contattare il Cremlino, inizialmente per far sì che Stati Uniti e Russia lavorassero assieme contro il gruppo terroristico Stato islamico in Siria.