di Francesco Spada
L’ultima puntata di Gomorra è una di quelle che ha molto da insegnarci, ed è questo il senso con cui, secondo me, deve essere visto questo prodotto televisivo. Come uno stimolo alla apertura mentale, al guardare dietro le cose che osserviamo ogni giorno, alla riflessione sui mali che ci circondano. In particolare, gli ultimi due episodi hanno mostrato perfettamente, per chi non ne avesse ancora il senso, quali siano, troppo spesso, le commistioni e gli accordi tra la criminalità organizzata e il potere politico.
Spiegano in modo lineare quanto possa essere deleterio per la nostra società dare un voto sbagliato alla persona che promette un posto di lavoro o che aggiusta un concorso in cambio di denaro e come un semplice gesto possa poi ripercuotersi in negativo su di noi e su altri. Ogni volta che spendiamo i nostri soldi in qualcosa di illegale, magari convinti di aver fatto un affare o di essere stati più furbi di altri, non stiamo facendo altro che finanziare i nostri aguzzini, che alimentare la parte marcia della società, che rendere sempre più difficili da spezzare le catene che impediscono lo sviluppo, la ricchezza e l’emancipazione nostra e della nostra terra.
Ogni euro che spendiamo in una borsa falsa, un oggetto rubato, un cd masterizzato, un pacchetto di sigarette di contrabbando, un abbonamento “pezzotto” alla pay-tv, è un euro che ci allontana dalla libertà per avvicinarci sempre più alla schiavitù, gettandoci tra le mani sporche di sangue dei nostri vessatori. Guardiamo oltre ogni nostro gesto quotidiano. Essere più consapevoli vuol dire essere migliori e contribuire a migliorare la vita nostra e degli altri.
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