Disputa verbale a L’Aria che Tira (La7) tra il senatore della Lega, Gian Marco Centinaio, e la giornalista del Foglio, Annalisa Chirico, sull’annunciata causa civile del sottosegretario Maria Elena Boschi contro l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli nell’ambito della vicenda Banca Etruria. Centinaio commenta: “L’uomo chiave qui è Federico Ghizzoni (ex ad di Unicredit, ndr). Se parlasse, risolveremmo il 100% di questa querelle. Sono convinto che de Bortoli sia una persona autorevolissima e molto equilibrata. E’ noto per aver sempre misurato le sue parole e, di conseguenza, se scrive determinate cose, non credo che se le sia inventate. E non mi fido di chi, come la Boschi, esattamente un anno fa in tv (a In mezz’ora, su Rai Tre, ndr) disse che, se avessero vinto i No al referendum costituzionale, avrebbe abbandonato la politica e invece è ancora qui a fare il sottosegretario. Non è che mi fidi molto del politico Maria Elena Boschi“. “Questa è la cultura del sospetto” – insorge Annalisa Chirico – “E’ come se noi dicessimo che dei diamanti in Tanzania era a conoscenza anche Salvini o che gestione allegra delle finanze della Lega fosse una questione ben nota tra i vertici della Lega. Questa cultura del sospetto fa male all’Italia. Non lo capite. È una gogna”. Il politico del Carroccio ribadisce: “Boschi ha detto che, se avesse perso referendum, sarebbe andata a casa. Poi è anche venuta in Parlamento a raccontare la storia della sua famiglia. Ma quanti giovani italiani si sono laureati con genitori che hanno fatto davvero sacrifici?”. “Ma che ne sa lei della famiglia Boschi?”, ribatte Chirico. “Che me ne frega dei Boschi” – replica Centinaio – “A me interessa che Maria Elena Boschi venga in Aula a raccontare quello che fa come politico, non la sua vita”. “Secondo me, Boschi ha sbagliato a non occuparsi di Banca Etruria“, osserva la giornalista. E Centinaio chiosa: “Quando al governo Renzi sono arrivati i ‘giovani’, ci aspettavamo una politica diversa. Ora tra papà, nonni, cugini, fratelli, zii e cognati, stiamo vedendo che è peggio della Prima Repubblica”
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