Il ministro Carlo Calenda si presenta a Taranto a sorpresa, rompendo qualsiasi protocollo istituzionale, per incontrare il sindaco Rinaldo Melucci e discutere del ricorso al Tar per il piano ambientale dell’Ilva. Michele Emiliano che subito dopo corre nel capoluogo jonico per discutere con il primo cittadino e nel frattempo parla telefonicamente con il titolare dello Sviluppo Economico. Poi le rispettivamente dirette Facebook: da una parte il primo cittadino e il presidente della Regione Puglia per dire che sono pronti al dialogo, dall’altra Calenda assieme ai giornalisti di Report per confermare che “c’è uno spazio di discussione” grazie al suo ‘blitz’ di persona.
“Il sindaco aveva proposto un ordine del giorno per un tavolo istituzionale su Taranto ed io l’ho recepito, gli ho chiesto ritirare il ricorso al Tar quando ci sarà la comunicazione ufficiale. Sono soddisfatto“, dice. Melucci conferma, mentre Emiliano è più cauto (“Per ora non c’è nessun ritiro del ricorso, c’è un’apertura della discussione”) ma pronto a confrontarsi. Il governatore della Regione Puglia sottolinea che il ministro “ha cambiato idea sul coinvolgimento degli enti locali” e “registriamo una sopravvenuta saggezza che è un fatto sicuramente positivo”. Quindi afferma che se le richieste “saranno prese in considerazione” il ricorso, di fatto, decadrà automaticamente. E quelle richieste “sono state inserite all’ordine del giorno e questo ci fa ben sperare”. Si sgretola insomma il muro contro muro sul piano ambientale dell’Ilva tra enti locali e ministero dello Sviluppo Economico, tra ricorsi al Tar e sospensione del negoziato tra azienda e sindacati.
La base dalla quale riparte il dialogo sono i punti che Melucci e Calenda hanno impostato nel faccia a faccia di questa mattina, identici a quanto richiesto dal sindaco prima dell’incontro istituzionale dello scorso 16 novembre: analisi del piano ambientale previsto dal Decreto del presidente del Consiglio firmato lo scorso 29 settembre verificando “possibili miglioramenti”, condivisione del cronoprogramma della copertura dei parchi minerari che il ministro ha voluto anticipare di 3 anni, gestione valutazione del sanitario, gestione del fondo sociale di Taranto, provvedimenti legati alle ditte dell’indotto tra le più a rischio nel piano di ArcelorMittal, come sottolineato nelle scorse settimane da Confindustria Taranto. Oltre alla condivisione del piano bonifiche – delle quali si occuperà l’amministrazione straordinaria di Ilva grazie al miliardo dei Riva rientrato in Italia negli scorsi mesi – e l’istituzione di un centro di Ricerca e sviluppo sull’acciaio e le tecnologie carbon free. Un tema, quello della decarbonizzazione, che sta molto a cuore a Emiliano.
“Non ci sono pregiudizi o condizioni particolari per il negoziato, è importante che sia iniziato – ha spiegato il governatore – Addirittura nel discorso che avevo fatto in Consiglio regionale avevo detto che neppure l’idea della decarbonizzazione, che pure io ritengo assolutamente necessaria, legittima e importante, era una condizione per il negoziato. Ora il ministro, e ne siamo lieti, vuole discutere nonostante avesse detto qualche giorno fa che cominciava a discutere solo previo ritiro del ricorso. Significa che abbiamo messo tutti, anche nel linguaggio, qualcosa in più”. Calenda strizza l’occhio: “Oggi è una buona giornata. Ci siamo messi a riparlare delle cose. Se ho fatto degli errori li ho fatti per passione ed oggi ho cercato di rimediare andando sul posto”.