Cristiano Malgioglio, capo della speciale squadra omicidi dell’alfabeto, ha distribuito quella parola come fosse una pizzetta da asporto: amore di qua e di là
Nell’età dell’odio e del rancore sociale, figlio della paura e di una nuova povertà che avanza, c’era solo un luogo in cui la parola “amore” figurava in testa alla classifica: la casa del Grande Fratello che per fortuna ieri si è chiusa. Un teatro televisivo e tanti teatranti che hanno inflitto a questa parola, testimonianza del più enorme sentimento umano, una umiliazione continua.
Cristiano Malgioglio, capo della speciale squadra omicidi dell’alfabeto, l’ha distribuita come fosse una pizzetta da asporto: amore di qua e di là. Amore a chiunque e a prescindere. Essendo Malgioglio in quella casa il leader (e dunque fatevi due conti) la truppa, soprattutto quella femminile, si è sentita in diritto di prodursi nell’emulazione. Parlavano delle unghie? “Ma tu amore lo sai che…”; della fame: “Amore non ce l’ha fatto più”; dei vestiti: “Amore, ho freddo”; della cucina da rassettare: “Amore, chi pulisce?”.
È finito il Grande Fratello Vip ed è finito anche l’abuso di una parola magnifica ridotta a scarto analfabeta della televisione.