Altre tre condanne, fino a 13 anni e 6 mesi di carcere, sono state emesse dal Tribunale di Milano per la vicenda delle ipotizzate infiltrazioni mafiose, tra il 2013 e il 2015, nei lavori di allestimento stand di Fiera Milano, attraverso la controllata Nolostand, dopo gli 8 anni e 10 mesi già inflitti in abbreviato a febbraio a Giuseppe Nastasi, amministratore di fatto del consorzio Dominus e ritenuto vicino all’entourage del superlatitante Matteo Messina Denaro. In particolare, Liborio Pace, ex braccio destro di Giuseppe Nastasi, è stato condannato dalla VI sezione penale (presidente del collegio Raffaele Martorelli), a seguito dell’inchiesta del pm Paolo Storari, a 7 anni e 6 mesi con rito ordinario e ad altri 6 anni in abbreviato dagli stessi giudici per altre imputazioni. Condannati anche a 7 anni e 11 mesi e 2 anni e 8 mesi i presunti riciclatori di denaro Alessandro Moccia e Giuseppe Lombino. Risarcimenti riconosciuti e da quantificarsi in sede civile per il Comune di Milano (provvisionale da 140mila euro) e per le società Fiera Milano e Nolostand.

Stando alle indagini, con il consorzio Dominus era stata operata una sorta di “mimetizzazione imprenditoriale” e la presunta associazione per delinquere si sarebbe aggiudicata appalti per oltre 18 milioni di euro di lavori in Fiera Milano. In questo modo Nastasi e gli altri, secondo l’accusa, avrebbero fatto “affari al Nord” per poi, attraverso un sistema di società cartiere, produttrici di fatture false, creare “fondi neri” e “riserve occulte di denaro” per “foraggiare” la mafia e in particolare la famiglia siciliana di Pietraperzia. Il pm Storari nel processo aveva spiegato che Pace e gli altri imputati facevano parte di “una complessa struttura organizzativa” che ha commesso parecchi reati tra i quali una serie di evasioni fiscali, con il compito di drenare risorse a favore di boss “mafiosi rimasti” in Sicila. L’inchiesta della Dda aveva portato anche al commissariamento di alcuni settori di Fiera Milano spa e della controllata Nolostand, commissariamenti poi revocati dalla Sezione misure di prevenzione. Le due società, rappresentate dai legali Enrico e Fabio Giarda, si sono costituite parti civili nei processi penali.

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