La giustizia di Malta ha incriminato ieri in tarda serata tre uomini per l’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia: i tre, riporta il Times of Malta, sono tra le dieci persone sospette arrestate lunedì scorso e si sono dichiarati non colpevoli. Si tratta dei fratelli Alfred e George Degiorgio e di Vince Muscat, tutti molto conosciuti negli ambienti della criminalità e noti alla polizia. Non è chiaro ancora, sottolinea il giornale, se c’è anche un mandante dell’omicidio della giornalista, il 16 ottobre, rimasta uccisa nell’esplosione della sua Peugeot 108, trasformata in autobomba. L’annuncio degli arresti era arrivato dal primo ministro Joseph Muscat. Le forze dell’ordine erano già da tempo sulle loro tracce. La polizia aveva 48 ore per interrogare i sospetti e decidere se procedere legalmente contro di loro.
La polizia dell’isola – racconta il quotidiano Malta Today – ha anche sequestrato una barca: è da lì che gli assassini avrebbero inviato l’sms che ha fatto esplodere la bomba piazzata sull’auto della cronista. Gli investigatori – prosegue il quotidiano – sono convinti che l’sms sia stato inviato da George Degiorgio (noto come Ic-Ciniz) dopo aver avuto il via libera dal fratello Alfred (il-Fulu) che si trovava davanti all’abitazione di Galizia.
L’operazione di polizia era stata illustrata alla stampa in modo quantomeno irrituale appena poche ore dopo le dichiarazioni rilasciate al The Guardian dai membri della delegazione del Parlamento Europeo. Inviati in missione da Bruxelles dopo l’omicidio di Caruana Galizia, i sette europarlamentari hanno raccontato di aver avuto sull’isola “la percezione dell’impunità“. Per collaborare alle indagini sull’isola sono arrivati anche agenti dell’Fbi, della polizia finlandese e di quella olandese. Sono stati gli uomini del Federal Boreau ad aver trovato le prove sui dieci presunti assassini: hanno ricostruito il traffico telefonico incastrando quelli che sono materialmente gli esecutori dell’omicidio.
Per togliere di mezzo Caruana Galizia gli assassini hanno fatto ricorso al metodo di solito riservato ai trafficanti di petrolio: hanno trasformato in autobomba il veicolo che la giornalista aveva preso a noleggio. Una strage compiuta in pieno giorno che somiglia da vicino agli eccidi targati Cosa nostra degli anni ’80 e ’90. Per ammazzare la giornalista maltese, infatti, è stato utilizzato un particolare tipo di esplosivo al plastico, il Semtex, molto difficile da reperire a Malta: in passato è stato usato in una delle stragi più oscure della storia italiana, quella di via d’Amelio, a Palermo, dove il 19 luglio del 1992 venne ucciso il giudice Paolo Borsellino.