Giuliano Pisapia se ne tira fuori. Dopo mesi di tentennamenti, tentativi di mediazione e soprattutto con l’intento impossibile di federare la sinistra intorno al Pd, l’ex sindaco di Milano ha annunciato il suo passo indietro. E Matteo Renzi, che oggi ha perso pure Angelino Alfano, è ancora più solo. “Dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti nel nostro intento”, ha dichiarato Pisapia al termine della riunione dei vertici di Campo Progressista. A pesare soprattutto è stata la non calendarizzazione del ddl che riforma la cittadinanza, da sempre per il leader condizione imprescindibile per proseguire il dialogo con Renzi e i suoi. “La decisione di spostare lo Ius Soli al termine di tutti i lavori del Senato, rendendone la discussione e l’approvazione una remota probabilità, ha evidenziato l’impossibilità di proseguire nel confronto con il Pd. Ci abbiamo provato, per molti mesi, con tanto impegno ed entusiasmo. Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo Progressista, è sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi. Oggi dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti nel nostro intento”.
A influire sulla decisione di Pisapia, sicuramente anche la nascita di “Liberi e Uguali”, la formazione che ha voluto come guida Pietro Grasso e che intende riunire molte delle anime a sinistra del Pd e che, con il Pd non intendono dialogare. Almeno per il momento. “Peccato, c’era uno spazio enorme. Adesso le Politiche sono una partita a due tra centrodestra e M5S”, ha commentato deluso Bruno Tabacci davanti a Montecitorio. Adesso Campo progressista si svuoterà. Alcuni – come probabilmente lo stesso Tabacci – potrebbero seguire Matteo Renzi nel Pd. Altri invece, come la componente proveniente da Sel, potrebbero seguire Laura Boldrini, se e quando la presidente della Camera aderirò a Liberi e Uguali di Grasso.
I dem mandano avanti il capogruppo al Senato Luigi Zanda. Che ha commentato freddamente: “La decisione di Giuliano Pisapia di gettare la spugna mi dispiace veramente, non solo perché incide sulle prospettive della coalizione elettorale, ma soprattutto perché ho sempre considerato il suo un buon progetto. Sono tra quanti hanno sempre dichiarato che, con Pisapia, l’alleanza l’avrebbero fatta ad occhi chiusi. Della sua decisione, mi stupisce in particolare la motivazione. Perché i due provvedimenti cui Campo progressista tiene sono stati fortemente voluti anche dal Pd, senza il cui apporto, in questi anni, non avrebbero potuto mai raggiungere l’attuale avanzamento nei lavori in Parlamento”. Zanda ha quindi detto che proprio lo Ius soli sarà discusso, anche se la realtà dei fatti racconta una situazione diversa. “Ieri, sia il “fine vita” che lo Ius soli sono stati calendarizzati per l’Aula del Senato, come auspicato da Campo progressista, su iniziativa del Pd, con l’obiettivo di farli approvare nelle prossime due settimane. Il ‘fine vita’ verrà approvato martedì prossimo. Lo ius soli è stato calendarizzato dopo i testimoni di giustizia e gli orfani di femminicidio (tutti provvedimenti di alto valore istituzionale e civile) in quanto – immaginando possibile il voto di fiducia a causa delle migliaia di emendamenti presentati – è necessario avere la certezza assoluta dei voti dell’Aula, anche per non mettere a rischio l’approvazione della Legge di Bilancio”.
Da sinistra invece, e in particolare dai nuovi aderenti di Leu, sono arrivati segnali di comprensione e di invito allo stesso Pisapia perché non lasci il campo. Il primo è stato il deputato Pippo Civati, ex leader di Possibile e fresco di adesione a Leu: “Pisapia non deve abbandonare il campo. Spero che venga con noi. E’ il benvenuto così come lo sono tutti quelli che hanno militato in Campo progressista. E lo stesso invito è rivolto anche a Laura Boldrini“. Stesso tono del presidente della Toscana e cofondatore di Articolo Uno Mdp Enrico Rossi: “Noi di Liberi e Uguali”, ha scritto su Facebook, “comprendiamo bene e siamo aperti a tutti i compagni e amici che hanno creduto e si sono impegnati in Campo Progressista”.