Siamo rimasti in tre,
tre somari e tre briganti…
da “Rinaldo in campo”
Sta diventando persino irritante. Come se avessero ricevuto una velina del Minculpop tutti (quasi) gli organi d’informazione, all’unisono, dibattono non su Matteo Renzi bensì sul suo carattere, a cui viene addebitata la rovina della Sinistra e in particolare del Partito democratico. Così fioccano le definizioni: arrogante, narciso, maleducato, irridente, presuntuoso, bugiardo, e giù via così. Fior di pensosi psicoanalisti si sono applicati alla materia e hanno deciso che la politica italiana ruota tutta sul catulliano “odi et amo” nei confronti del fanciullino fiorentino. Il tutto per arrivare alla bufala finale: solo una passione negativa ispirata dal cattivo carattere del Nostro motiva la separazione tra le diverse forze della sinistra e del centrosinistra. Con il risultato di far vincere la Destra.
La truffa è evidente. Il partito del “voletevi tanto bene” solo ora, alla vigilia delle elezioni, si accorge che il Pd va verso il disastro e allora si scatena considerando del tutto pazzi coloro che, solo perché intolleranti del carattere renziano, ritengono impossibile un’alleanza elettorale. È ovvio che nel ragionamento è assente la politica. Dove erano i Padri del Pd quando il Padrone del Nazareno sviluppava quella politica che avrebbe sicuramente trascinato nello sprofondo il partito “a vocazione maggioritaria”? Dove era Walter Veltroni, se non ai seggi delle primarie per votare Renzi, o ai seggi del referendum per votare Sì? Dove erano Scalfari e La Repubblica? E dove tutti gli altri che ora si accorgono che Renzi, dopo aver fatto approvare l’Italicum a colpi di fiducia e l’altrettanto anti-costituzionale Rosatellum, faceva di tutto (non si sa se per ignoranza o somma incapacità politica) pur di far approvare una legge elettorale su misura per i suoi avversari?
Anche i bambini sanno che il Partito democratico, grazie a una precisa scelta del suo Segretario, non ha alcuna volontà, né capacità di mettere su una coalizione. E nessuno gli ha tirato la giacchetta per avvisarlo che il Rosatellum favoriva al massimo proprio le coalizioni. Nessuno dopo le Siciliane ha neppure tentato di raddrizzare la barca emarginando il maggiore responsabile. In effetti, non si è mai vista una politica così suicida. Una volta fatto il guaio, ora si pretende di rimettere il dentifricio nel tubetto. Sono cinque anni che Renzi opera con grande coerenza per realizzare il programma di Berlusconi (e se ne è anche vantato) e all’ultimo minuto vuole l’appoggio di chi è lontanissimo da quella politica. Una bella pretesa. Renzi è indigeribile non perché odioso o antipatico. È indigeribile perché la sua politica è indigeribile, perché ha rivelato e cercato di realizzare tendenze autoritarie, persino eversive, perché si è mostrato convinto che i problemi si potessero risolvere con la demagogia e prendendo in giro i cittadini, perché il personale politico di cui si circonda è altamente mediocre e ignorante.
Parallelamente alla bufala sul cattivo carattere viaggia a grande velocità una seconda velina: la destra sicuramente vincerà sotto le bandiere di Berlusconi. E paradossalmente coloro che oggi si accorano per la mancata unità della Sinistra che farà vincere con la sua disunione il Padrone di Arcore sono proprio quelli che decenni fa condannavano come “demonizzatori” chi, come noi, non faceva altro che fotografare le malefatte di Berlusca. Che non sono venute a galla alla fine, ma erano stranote da sempre da tutti. Quegli stessi che da dieci anni si sono dedicati a rilegittimare e riabilitare il Pregiudicato, che hanno fatto dimenticare le sue politiche dedite alla distruzione dell’etica pubblica, delle istituzioni, dello Stato di diritto. Il berlusconismo doveva essere radiato dalla vita pubblica come ventennale parentesi indecente della nostra storia. Invece quelli che dovevano essere i suoi avversari lo hanno omaggiato, ricevuto al Quirinale, rincorso, e sono stati i primi a costruire la bufala di un fantoccio con l’effigie da Cincinnato, un vecchietto, sì ridicolo, ma il solo capace di salvare il paese. Invece di additarlo come esempio di eccesso di demagogia e di populismo, a capo di un partito personale. Adesso ce lo godremo tutti.