Ha ucciso i nonni e una zia paterni mescolando del solfato di tallio in una tisana e nel cibo che la mamma, inconsapevole, portava loro da mangiare. Ma stava pianificando la morte di altri 5 membri della famiglia. Mattia Del Zotto, nipote 27enne delle vittime, è stato arrestato questa mattina dai carabinieri di Desio, in Brianza con l’accusa di aver avvelenato i tre parenti. L’omicidio, secondo l’accusa, è stato premeditato e il ragazzo avrebbe potuto uccidere ancora. “L’ho fatto per punire soggetti impuri e non voglio collaborare”, sono state le prime parole che ha rivolto ai carabinieri che lo hanno arrestato a casa sua a Nova Milanese. Il procuratore della Repubblica di Monza, Luisa Zanetti, in conferenza stampa lo ha definito “una persona introversa“. I genitori, durante le indagini per le morti avvenute intorno a metà ottobre, avevano dichiarato agli inquirenti che il figlio sembrava aver aderito “a una specie di setta” e che si erano rivolti a una “cromoterapeuta per aiutarlo”. Il padre in passato era stato anche denunciato dal figlio, perché, secondo la sua versione, durante una discussione era stato “strattonato”.
I reati contestati a Del Zotto sono omicidio volontario e tentato omicidio. Le vittime del veleno sono Patrizia Del Zotto (62 anni), Giovanni Battista Del Zotto (94 anni) e Gioia Maria Pittana (87 anni), morti all’ospedale trai il 2 e il 13 ottobre. Al giovane è contestato anche il tentato omicidio di altre cinque persone: i nonni materni, il marito della zia deceduta, un’altra zia e la badante dei nonni paterni. La svolta è avvenuta dopo il ritrovamento a casa dei nonni materni (ultimi ad aver ingerito il tallio, ma scampati alla morte) di una miscela di erbe per infusi contaminate dal metallo.
Gli inquirenti sono arrivati al ragazzo, grazie a un account di posta elettronica che il giovane aveva aperto con il falso nome di Davide Galimberti e grazie ai tabulati telefonici del cellulare. Le email scambiate con una ditta di Padova che vendeva la sostanza chimica sono state trovate nelle bozze della casella di posta elettronica la cui password era “gloriosoDIO”. Le celle che hanno agganciato il cellulare del 27enne, invece, hanno permesso di documentare il suo viaggio a Padova del 15 settembre per acquistare il veleno pagando 248 euro in contanti. Del Zotto da giugno si stava documentando per procurarsi una sostanza velenosa e aveva inizialmente contattato diverse ditte per comprare arsenico. Il 27enne ha poi rinunciato all’acquisto perché in un caso ha ricevuto la richiesta di tracciabilità della transazione e in un altro una dichiarazione di utilizzo. Ha così scelto la ditta di Padova e ha acquistato il solfato di tallio.
“Non saprete mai perché l’ho fatto”, ha detto sempre Del Zotto. “Non ho da collaborare con la vostra istituzione o con altre istituzioni di questo Stato”. Quando gli hanno chiesto se avesse un avvocato di riferimento ha risposto seccamente: “Non ho bisogno di altre persone che parlino al posto mio. Scegliete dall’elenco del telefono la persona che più vi aggrada”. Il ragazzo ha poi raccontato agli investigatori di “avere avviato un percorso di conversione alla fede ebraica da circa tre anni”. Interrogato circa un mese fa, aveva spiegato: “Io solitamente non avevo rapporti con i mie nonni, né paterni né materni, a volte quelli materni venivano a trovarci e io li notavo perché vivo lì. Ritengo che, per il semplice fatto che siano parenti, io non debba necessariamente avere un rapporto di affetto così approfondito con loro”. A proposito della sua presunta conversione alla “fede ebraica” o al timore che avesse abbracciato una “setta”, la madre Cristina, sempre lo scorso novembre, ha messo a verbale che Mattia ad un certo punto avrebbe “incominciato ad assumere” un “atteggiamento particolare” come quello di cambiare canale quando in tv andavano in onda spot pubblicitari. E per far ciò usava direttamente il pulsante del televisore perché “è contro l’utilizzo del telecomando”. Tra l’altro la signora ha spiegato che il figlio ha cominciato a limitare “i pasti in misura ‘essenziale’, eliminando completamente dolci e alcoolici”. La madre aveva quindi specificato: “Mio figlio ultimamente ci ha detto di non essere più cattolico, e che sta seguendo una religione che non ci ha dettagliato. La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta. Questo nuovo stile di vita è ispirato (…), a suo dire e se non ricordo male, da un gruppo chiamato ‘Concilio Vaticano II’“.
Il padre di Mattia invece, Domenico Del Zotto, ha specificato di aver cercato di aiutare il figlio ad “uscire dalla solitudine”: “Abbiamo chiesto consigli a Wimala, abbiamo deciso di non rivolgerci a uno psicologo perché mio figlio caratterialmente non è propenso ad avere rapporti con altre persone”. La coppia, come si legge nell’ordinanza del gip Federica Centonze, si era rivolta a tale “Wimala”, presunta specialista in terapie naturali che aveva anche seguito Patrizia Del Zotto, sorella di Domenico e vittima di avvelenamento da tallio per mano del nipote, per la sua allergia ai metalli.
Secondo i vicini di casa Del Zotto era un ragazzo schivo, appassionato di elettronica e informatica, ma da tempo sotto pressione perché non trovava lavoro. Mattia vive da sempre a Nova Milanese insieme ai genitori, agli zii e ai nonni deceduti, in una palazzina suddivisa in quattro appartamenti. “È sempre stato molto schivo e silenzioso, siamo davvero senza parole” il commento di una vicina di casa della famiglia. “So che è appassionato di informatica, andava in palestra, ma nulla di più” ha aggiunto un altro vicino.