Il reato di intralcio alla giustizia contestato dai pm di Bari all’ex premier, Silvio Berlusconi, nell’indagine stralcio nata dal processo Escort sarà valutato per competenza territoriale dalla magistratura lombarda. La Procura di Bari, nell’ambito del procedimento per falsa testimonianza nei confronti di quattro ragazze, testimoni in quel processo, e di Gianpaolo Tarantini, condannato in primo grado a oltre 7 anni, ha infatti stralciato la posizione dell’ex premier e ha trasmesso gli atti alla Procura di Milano. Stralciata anche la posizione di un’altra delle ragazze testimoni nel processo barese, Ioana Visan, protagonista della stessa vicenda che coinvolge Berlusconi. In particolare l’ex presidente del Consiglio avrebbe fatto consegnare alla donna, questa l’ipotesi degli inquirenti, diecimila euro per “condizionare indebitamente la testimone – scrivevano i giudici baresi nella sentenza ‘escort’ disponendo la trasmissione degli atti alla Procura perché procedesse nei confronti dell’ex premier per intralcio alla giustizia – per compromettere la genuinità del suo narrato”.
“Poco prima di recarsi a Bari per rendere la sua testimonianza”, la donna – spiegavano i giudici nelle motivazioni della sentenza – avrebbe ricevuto “una somma di denaro di importo pari a diecimila euro che doveva solo apparentemente servire a coprire le spese di viaggio ma che, a parare del Tribunale, era, invece, finalizzata alla cosiddetta falsità giudiziale”. Questa vicenda, entrata poi nelle valutazioni del Tribunale di Bari, era agli atti di un procedimento avviato dalla Procura di Milano (per questo la magistratura barese ha trasmesso gli atti per competenza ai colleghi lombardi). Ne aveva parlato, infatti, agli inquirenti di Milano il ragioniere Giuseppe Spinelli, amministratore del denaro di Berlusconi, in un’audizione del 17 febbraio 2015.
Sulle presunte bugie dette da altre quattro ragazze (Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Barbara Montereale) e dall’ex autista di Tarantini, Dino Mastromarco, colui che accompagnava le ragazze alle “cene eleganti” dal premier, la Procura di Bari ha chiuso nei giorni scorsi le indagini per falsa testimonianza ritenendo che le ragazze abbiano mentito quando hanno negato a dibattimento di essersi prostituite con Berlusconi e di essere state poi pagate per quelle prestazioni. A Mastromarco è contestato, invece, di aver detto il falso quando ha riferito ai giudici di non sapere perché le giovani andassero a casa del Cav e quali fossero le abitudini sessuali dell’allora premier.