“Le coppie di divorziati non hanno più niente in comune ma continuano a odiarsi, anzi: a bisticciare come bambini”, spiega Marco Soprano, psicologo dell'associazione Gesif (Genitori separati insieme per i figli). Ma quello di cui i piccoli hanno bisogno è la garanzia di sapere come e quando vedranno mamma e papà, che non devono "usarli" per vendetta nei confronti dell'ex partner
Pubblichiamo la terza e ultima puntata di una serie sulle conseguenze della separazione nelle famiglie con figli: aspetti economici, logistici e psicologici. Dopo l’articolo focalizzato sulle madri e sui padri, quello che parla dei bambini che devono affrontare questo trauma.
Ci sono ragazzi che sono mandati a casa del padre con gli scontrini in mano e la richiesta di avere metà della spesa fatta dalla madre. Altri che tornano nell’ex casa famigliare con il compito di controllare se la mamma ha iniziato a vedere un altro uomo. Altri ancora sono mandati a casa del genitore non affidatario senza il cambio per il giorno dopo o senza il materiale scolastico, emissari del messaggio: “Tocca a te comprargli i vestiti e i quaderni questa settimana”. Questa la quotidianità di molti figli di genitori separati. “Le coppie di divorziati non hanno più niente in comune ma continuano a odiarsi, anzi: a bisticciare come bambini”, racconta Marco Soprano, psicologo e psicoterapeuta che collabora con l’associazione Gesif, Genitori separati insieme per i figli. Ma quando dire a proprio figlio che mamma e papà si stanno separando? E quali problemi dovranno affrontare i minori? Gli esperti sostengono che a queste domande ci siano chiare risposte, peccato che loro non siano quasi mai interpellati in caso di divorzio. “Visto che la coppia è legata a una dimensione privata crediamo di riuscire a gestire da soli anche la fine di un rapporto – precisa Paolo Ragusa, responsabile delle attività formative del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP) di Piacenza –. Nulla di più sbagliato”.
Quando annunciare una separazione – Regola d’oro, in caso di separazione, è la comunicazione. “I bambini hanno bisogno di prevedibilità – continua l’esperto in gestione dei conflitti del Cpp –. Si deve annunciare una separazione solo quando è tutto stabilito e si può dire al figlio esattamente cosa accadrà”. L’organizzazione, quindi, diventa centrale in un dialogo che deve dare al minore dei punti fermi: quando vedrà il papà e quando vedrà la mamma, per esempio, o dove andrà a vivere il genitore che lascerà la casa famigliare.
“Un figlio non è un amico – precisa Paolo Ragusa –. I genitori hanno spesso un’errata istanza di verità nei suoi confronti”. Secondo il counselor di Piacenza, infatti, non è tanto importante spiegare al minore le motivazioni della separazione quanto rassicurarlo su come la sua routine non cambierà e che non sarà privato né di un padre né di una madre. “Un ragazzo una volta mi chiese se, con il divorzio, avrebbe dovuto scegliere uno dei due genitori”, continua Ragusa sottolineando che, con la separazione, la paura dei figli diventa quella che gli sia fatta la fatidica domanda: “A chi vuoi più bene, alla mamma o al papà?”.
Per aiutare i loro figli, quindi, i genitori che si stanno separando dovrebbero aspettare i loro tempi invece di inondarli di dubbi e problematiche in merito al divorzio. “I figli durante una separazione dovranno già fare i conti con il loro dolore – racconta l’esperto in gestione dei conflitti – dai genitori hanno solo bisogno di chiarezza”. Terzo errore molto comune è un’inversione di ruolo, un figlio che inizia ad occuparsi dei genitori, “sentendosi l’unico oggetto della loro felicità”, continua il counselor. In alcuni casi, tornando addirittura a dormire nel letto di mamma o papà, iniziando così una spirale di malsana dipendenza.
“Un figlio non è il confidente di mamma o papà” – Se il figlio non deve essere trattato come un amico, allora non dovrà neppure diventare un confidente. Questo, infatti, è un altro degli errori che, secondo Soprano, viene fatto dai genitori separati. “Non si deve sfogare sui figli la rabbia che si prova per l’ex coniuge – racconta lo psicoterapeuta – non si deve chiedere loro, magari con tono indagatorio, se l’ex partner ha un nuovo compagno, per esempio”. Perché il vero problema delle separazioni, che può portare a non essere in grado di gestire proprio figlio, è l’alto livello di rabbia tra gli ex coniugi. “Il paradosso è che le coppie si separano senza mai chiarirsi – continua Soprano – Andare da uno psicologo insieme proprio per capire perché la storia si è chiusa può aiutare a non odiare l’ex coniuge e soprattutto a gestire quello che comunque resterà sempre il figlio della coppia”.
Una realtà che non diventa meno conflittuale a seconda del genitore a cui il minore viene affidato. Infatti, che il figlio sia affidato alla madre o al padre, o che ci sia un affido condiviso (nel 2015 l’89% dei casi), secondo le associazioni di genitori separati le problematiche che i minori sviluppano – spesso nei confronti del genitore non affidatario – sono le stesse. “Ho visto molti figli voltare le spalle tanto alle madri quanto ai padri”. Giuliano Paiero, papà separato di Trieste, da anni frequenta gli incontri settimanali di Gesif. “È come se i tuoi figli perdessero la bussola e tu stai male sapendo che gli stai creando delle ripercussioni nel loro intimo”. Giuliano ha scelto di vivere nello stesso complesso dove vivono le sue due figlie e la ex moglie, “così, se la sera vedono la mia luce accesa, sanno che possono venire, che papà è a casa”.
Sono passati sei anni dalla sua separazione. Ora le sue figlie sono studentesse, una del liceo e l’altra dell’università. Eppure, il papà di Trieste non riesce ancora a superare di essere stato allontanato dalla sfera affettiva di sua figlia maggiore. “È molto difficile ma non mollerò mai: bisogna sempre far sentire ai tuoi figli che ci sei, anche se dovessero arrivare a non salutarti in mezzo alla strada”. Tanto che, guardando indietro alla sua separazione, quel che consiglierebbe alle coppie che devono affrontare un divorzio è di smettere di odiarsi proprio per tutelare l’amore dei figli. “Le coppie dovrebbero essere più consapevoli di come è necessario gestire i minori in caso di separazione, senza rischiare di creare danni enormi o di renderli orfani di uno dei due genitori”.
“Separatevi se avete un piano di felicità” – Perché due genitori incapaci di gestire la loro separazione non danneggiano solo il loro rapporto con il figlio ma anche la crescita del minore. “I figli di genitori divorziati hanno una sofferenza nascosta – racconta il presidente di Genitori separati per la tutela dei minori Ubaldo Valentini – Alcuni dichiarano fin da subito di non volere avere figli, altri si spostano giovanissimi volendo dimostrare che non commetteranno gli errori dei loro genitori, andando incontro a relazioni comunque fallimentari”. Infatti, se un bambino cresce senza raccontare alla mamma cosa fa durante le ore che passa con il papà, per esempio, “da adulto può sviluppare un atteggiamento di poca fiducia – continua lo psicologo – trovando normale il non raccontare se stesso agli altri”. E così il figlio di genitori separati, da adulto, potrebbe avere gravi difficoltà a costruire legami affettivi significativi proprio perché minacciato dallo spettro della separazione. “Sono adulti terrorizzati dall’essere abbandonati che vanno costantemente alla ricerca di qualcuno da cui dipendere – continua il counselor di Piacenza –. E tutto questo non accadrebbe se da bambini realizzassero che la separazione non porta a perdere le persone che amiamo”.