I negoziatori Unione Europea sono giunti a una bozza di accordo per il controllo diretto dei test sui livelli d'inquinamento delle nuove auto nei singoli stati membri. Tuttavia l'opposizione di paesi come il nostro e quello tedesco rischiava di ostacolare questo iter virtuoso. Alla fine, però, le resistenze sono state vinte
“Dopo lo scandalo del dieselgate, l’Unione Europea assume la supervisione dei test di omologazione per i veicoli di nuova produzione, facendo diventare i controlli più rigidi al fine di non ripetere i misfatti del recente passato”. In un mondo perfetto dovrebbe essere questo il nuovo ruolo di Bruxelles per combattere le frodi sulle emissioni inquinanti prodotte dalle automobili di nuova fabbricazione.
E probabilmente lo sarà, nonostante i tentativi (come riportato da Reuters) di Germania e Italia di osteggiare la possibilità che l’Europa avesse maggior potere di verifica e sanzioni direttamente chi trasgredisce i limiti di legge in tema di impatto ambientale. “Abbiamo bisogno di più qualità e indipendenza nel sistema di omologazione, più controlli delle auto già in circolazione e supervisione europea”, aveva spiegato il commissario europeo per l’Industria Elzbieta Bienkowska. Una supervisione europea da esplicarsi in audit regolari sulle autorità nazionali preposte alle omologazioni, obbligandole a un numero minimo di test su strada.
La posizione della Germania è riassunta in un documento ufficiale di qualche giorno fa: “qualsiasi tipo di controllo comporta ulteriore burocrazia senza essere vantaggioso”. Mentre l’Italia e altre sette nazioni chiedevano condizioni che potessero indebolire il potere di controllo della Commissione. E poi c’è anche chi ha fatto il “pesce in barile”, come la Francia, volendo promuovere appena due giorni di verifica da parte della autorità UE ogni cinque anni: una proporzione che non ha bisogno di altri commenti. “Molti stati membri continuano a comportarsi come se il dieselgate non fosse accaduto”, aveva tuonato Julia Poliscanova, esperta del gruppo di lavoro Trasporti e Ambiente a Bruxelles.
Alla fine, tuttavia, reticenze e ostruzionismi dei singoli pare siano stati vinti dopo ulteriori, approfondite discussioni. Giungendo ad una bozza di accordo che tuttavia dovrà essere approvata dal Parlamento e dagli Stati Membri, prima di diventare legge. Bozza i cui contenuti prevedono la possibilità da parte dell’Unione di procedere ai richiami, effettuare direttamente controlli sulle auto e comminare multe fino a 30 mila euro per ogni veicolo, in caso di infrazione delle norme.
Altra volontà dei commissari europei è quella di sciogliere i rapporti economici fra i costruttori e i laboratori preposti ai controlli per le omologazioni, che vengono pagati dalle case automobilistiche. Come? Eliminando le transazioni dirette o debellando eventuali conflitti di interesse.
In sintesi è stata scongiurata la complicità fra multinazionali e governi, cioè fra controllati e controllori. Almeno per ora.