LOVELESS di Andrey Zvyagintsev. Con Maryana Spivak, Aleksey Rozin, Matvey Novikov, Marina Vasilyeva. Russia 2017. Durata: 128’ Voto: 4/5 (AMP)
Uscire di casa per non tornare più. Accade a un 12enne figlio della nuova borghesia russa, vittima di individui anaffettivi e sulla via del divorzio, che chiamare genitori suona quasi da insulto, essendo intimamente desiderosi di sbarazzarsi di lui per di iniziare una vita nuova e libera con i rispettivi nuovi partner. Eppure Alyosha riesce, col suo mancato ritorno dalla scuola, a toccare la coscienza di un padre e una madre che – loro malgrado – accusano le ferite di una società spietata, un virus che sembra trasmettersi di generazione in generazione. Nessuno sarà più lo stesso, neppure il pubblico dopo aver visto questo film bellissimo e devastante, che porta impresso nel proprio titolo tutto il peso di un dolore atavico, di una negazione alla libertà profonda, la conditio sine qua non è possibile immaginare l’amore. Tra gli indiscussi migliori talenti russi del cinema contemporaneo, il siberiano Zvyagintsev raggiunge con il suo quinto lungometraggio una limpidezza di sguardo che già si era intravista nei suoi precedenti lavori, a partire dal folgorante esordio Il ritorno con cui vinse il Leone d’oro a Venezia. Ma in Loveless sembra spingersi anche oltre, glaciale nel rappresentare la ferocia della società russa 2.0 facilmente estendibile a un Occidente disumanizzato da cui è chiaro provengano taluni atteggiamenti borghesi di moscoviti e dintorni. Da un punto di vista formale, il cineasta adotta una netta (forse eccessiva) schematizzazione strutturale: il film, infatti, appare diviso nettamente in due grandi parti, laddove la prima offre una panoramica sull’asetticità sentimentale dei genitori mentre la seconda è condotta come un detection movie alla ricerca disperata di Alyosha. Ed è proprio in questo segmento narrativo, girone infernale che porterà al nulla, che viene esplicitato il vuoto di senso su cui lo sguardo di Zvyagintsev ripone la propria accusa. Premio della giuria a Cannes 2017.