L’INSULTO di Ziad Doueiri, con Kamel El Basha, Adel Karam, Camille Salameh, Rita Hayek – Libano/Fr/USA/B/Cipro Durata: 113’ Voto: 3,5/5 (AMP)
Nella Beirut contemporanea gli operai Toni e Yasser litigano per una banalità. Potrebbero risolverla su due piedi, trattandosi in fondo di una faccenda assai banale avvenuta in un cantiere, ma il loro dissapore si gonfia amplificandosi a divenire caso giudiziario su scala nazionale. Alla base, infatti, c’è la nazionalità dei due uomini: il primo è un libanese cristiano, il secondo un palestinese. Acclamato alla Mostra veneziana che lo ha premiato con la Coppa volpi a uno dei due protagonisti (Kamel El Basha), L’insulto ha la forma di un legal western e la sostanza del cinema di denuncia politico/civile e sociale. La formazione americana del regista libanese è infatti la cartina di tornasole per leggere questo suo nuovo lungometraggio, uno dei fiori all’occhiello di una carriera premiata nel tempo specie per l’esordio West Beyrouth del 1998. Alla base c’è il sintomo di un disagio mai sopito dalla guerra civile (1975-90) fomentatore di odi e rivalse etnico-culturali. Il cittadino palestinese, “vittima designata della storia” dopo le aggressioni israeliane, diventa comunque motivo di vendetta da parte del cittadino libanese che dagli anni infantili ha subito vessazioni di ogni tipo, incluse stragi famigliari. Nessuno ha torto, nessuno ragione, e la società civile diventa incivile quando è chiamata a prender parte. Doueiri, che ha tratto ispirazione da un surreale litigio personale, è un bravo equilibrista nel far vibrare la bomba di tensioni senza farla totalmente esplodere. Opera con cui empatizzare, oltre che da gustare.