Il Congresso dei socialdemocratici ha approvato la mozione proposta dai vertici del partito che apre ai colloqui con l’Unione di Angela Merkel per una riedizione della Grosse Koalition. La Germania ha di nuovo un’alternativa allo scenario di un governo di minoranza o alla possibilità di tornare subito alle urne. E’ stata una decisione non scontata, visto che all’interno della Spd in molti avrebbero preferito rimanere all’opposizione. Quell’opposizione che lo stesso Martin Schulz aveva giurato nella notte del 24 settembre scorso, quando ancora era in corso la conta dei voti alle elezioni nazionali che avrebbe portato il partito al peggior risultato della sua storia (20,5%).
In poco più di due mesi è cambiato tutto: di fronte ai 600 delegati, il segretario Schulz ha appoggiato l’apertura delle trattative con la Merkel. E i suoi alla fine lo hanno ascoltato e anche riconfermato alla guida del partito con l’81,9% dei voti. Se sarà di nuovo Grosse Koalition però è ancora tutto da vedere. Per convincere la base riunita a Berlino, Schulz ha promesso che l’alleanza con l’Unione cristiano-democratica sarà tutt’altro che “automatica”. “Non dobbiamo governare ad ogni costo – ha detto il segretario della Spd al termine del suo discorso – ma non possiamo neanche decidere di non governare ad ogni costo”. “Tutto dipenderà da quello che riusciremo a ottenere”, ha chiarito Schulz. Un messaggio all’ala più a sinistra del suo partito e un assaggio del ruolo da equilibrista che dovrà avere nel corso delle trattative: da una parte salvare la faccia del suo Paese, dall’altra quella del suo partito.
Rimanere all’opposizione sembrava la scelta più giusta per risollevare la Spd. Ma dopo il fallimento della coalizione Giamaica, Schulz e il suo partito sono stati richiamati alle loro responsabilità prima dal presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier e poi dai leader europei, compreso Emmanuel Macron. Una parte consistente dei socialdemocratici continua a non vedere di buon occhio l’idea di essere ancora percepiti come la “stampella della Merkel”. La mozione presentata dai Jusos, l’ala giovane del partito, che sanciva il no definitivo a una Grosse Koalition, è stata però nettamente bocciata. Dopo un’intera giornata di dibattito, è arrivato invece il via libera ai colloqui.
Buona parte del merito di questa scelta va proprio a Schulz. Per la prima volta il principale sconfitto delle ultime elezioni ha alzato i toni e tracciato la “linea rossa” oltre la quale ogni accordo con la Merkel sarà impossibile. Ha criticato le posizione europee della cancelliera, dicendo che “l’Ue non si può permettere altri quattro anni di politica alla Schaeuble” e proponendo “entro il 2025 la formazione degli Stati Uniti d’Europa”. “Gente, l’Europa è la nostra assicurazione sulla vita”, ha affermato davanti alla platea.
Gli altri temi centrali le politiche sociali, con la lotta al precariato e all’eccessiva digitalizzazione. Poi quelle ambientali, argomento di scontro con l’Unione cristiano-democratica. “Dobbiamo smetterla di mettere uno contro l’altro l’ambiente e l’industria”, ha detto Schulz. E infine l’indicazione della rotta da seguire per dare una nuova identità al partito: “Dobbiamo sviluppare una visione che entusiasmi le persone, mostrare per cosa lotta la socialdemocrazia nel XXI secolo”.
Per convincere la base e sedare i malumori Schulz ha giocato anche d’astuzia, portando dalla sua parte la più giovane leader della Spd, Andrea Nahles. La 47enne è appena diventata capogruppo dei socialdemocratici nel Bundestag ed è nota per essere l’anti-Merkel. Una fama sottolineata anche dal suo discorso al congresso: “Cara signora Merkel, è davvero in grado di condurre una trattativa nel prossimo futuro?”. Schulz ha deciso che Nahles farà parte della squadra che guiderà i colloqui con l’Unione, per dimostrare a tutti che questa volta prevarrà la linea dura.
Così il segretario è riuscito a convincere la base che, se sarà ancora Grosse Koalition, sarà una coalizione più a sinistra. L’altro lato della medaglia è che un esito positivo delle trattative, il cui inizio potrebbe essere fissato già per la prossima settimana, appare meno scontato che in passato. “Vi chiedo scusa per l’amaro risultato delle elezioni, datemi fiducia”, aveva detto Schulz dal palco. Dopo la riconferma ha ringraziato la base. Ora gli spetta il compito di dare un governo alla Germania, ma allo stesso tempo di recuperare 10 milioni di voti persi dal suo partito negli ultimi 20 anni, di cui gli ultimi 12 proprio sotto il governo della Grosse Koalition.