Secondo Il Giornale di Sicilia il reato ipotizzato è l'appropriazione indebita aggravata ai danni dei dipendenti dell’Isfordd, l’istituto di formazione per disagiati e disadattati sociali, che fino a luglio era presieduto proprio dall'uomo che era anche il legale rappresentante
Il quinto deputato ufficialmente indagato è l’unico leghista dell’Assemblea regionale, Antonino Rizzotto, detto Tony, eletto a Palermo nella lista FdI-Noi con Salvini: il reato ipotizzato è l’appropriazione indebita aggravata ai danni dei dipendenti dell’Isfordd, l’istituto di formazione per disagiati e disadattati sociali, che fino a luglio era presieduto proprio da Rizzotto, che era anche il legale rappresentante.
Iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati come scrive il Giornale di Sicilia, il parlamentare, dopo che, grazie alle indagini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, il fascicolo è passato da ignoti a noti: a inguaiarlo sono state proprio le denunce dei lavoratori dell’ente finanziato dalla Regione, rimasti senza stipendio per sei mesi e che all’inizio di quest’anno si sono dimessi per giusta causa. Pochi giorni fa il Servizio gestione dell’assessorato regionale alla Formazione ha revocato il primo finanziamento da 680mila euro, che l’Isfordd dovrà restituire. A rischio anche la seconda tranche. Perché, secondo un ragionamento condiviso dagli investigatori e dal pm Maria Teresa Maligno, l’ente aveva regolarmente ricevuto il sostegno pubblico per pagare impiegati, docenti, formatori e allievi, oltre ai fornitori di beni e servizi. Se non lo ha fatto, è evidente che qualcuno quel denaro lo ha preso per sé: secondo le denunce e stando ai primi accertamenti, a muoversi in questo senso sarebbe stato proprio Rizzotto, adesso iscritto nel registro, dopo una prima fase in cui l’inchiesta era ancora senza indagati “noti”.
Dopo Rizzotto a guidare l’Irsfordd era arrivata Salvina Profita. Si tratta della stessa persona che era stata nominata al suo posto al vertice della società regionale Italia Lavoro Sicilia. Era il 2012 e l’allora governatore Raffaele Lombardo aveva scelto l’attuale deputato della Lega – all’epoca nel Movimento per l’Autonomia– per quell’incarico. Rizzotto, però, essendo un dipendente del comune di Palermo era incompatibile: e al suo posto era stata scelta Profita, indicata in quei giorni come la sua ex fidanzata. L’inchiesta sull’ente di formazione è stata avviata lo scorso febbraio e sembrava che l’ipotesi di reato fosse il peculato.
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, lo stesso pm che si occupa dell’inchiesta su un altro deputato: Edy Tamajodi Sicilia Futura, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Secondo l’ipotesi degli inquirenti avrebbe promesso 25 euro per ogni voto in campagna elettorale. Prima dell’indagine su Tamajo, la nuova legislatura nel Parlamento siciliano era stata scossa dall’arresto di Cateno De Luca, eletto con l’Udc e finito ai domiciliari 48 ore dopo per evasione fiscale. Ieri, invece, era finito ai domiciliari un candidato non eletto: il pentastellato Fabrizio La Gaipa.
“Allegro non sono, ma era nelle previsioni purtroppo” dice il deputato regionale Claudio Fava, leader della lista di sinistra “Cento passi”, che condividerà l’adesione al gruppo Misto all’Assemblea siciliana con Rizzotto. Era stato il coordinatore della Lega in Sicilia, Angelo Attaguile, ad annunciare l’adesione di Rizzotto al Misto dopo lo strappo con FdI sulla composizione della giunta Musumeci; Fava proprio ieri, durante il rito dell’accoglienza dei deputati all’Ars, aveva riferito di aderire “almeno in questa fase iniziale” al gruppo Misto. La formalizzazione delle adesioni ai gruppi parlamentare avverrà con l’insediamento in Parlamento, il 15 dicembre.