Mentre il Senato si appresta a discuterla e approvarla – nonostante i 3mila emendamenti – contro la legge sul testamento biologico è sceso in campo il cardinale di Firenze Giuseppe Betori, ex segretario della Cei, la conferenza dei vescovi italiani. A margine della benedizione di un presepe nella basilica di Santo Spirito, il prelato fiorentino ha denunciato che il disegno di legge in discussione al Senato “in alcuni punti appare assai problematico”. Una posizione più decisa di quella del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin che a Tv2000 ha sottolineato che Papa Francesco “non ha fatto altro che ribadire la posizione della Chiesa. Quindi ‘no’ alla eutanasia e nello stesso tempo ‘no’ all’accanimento terapeutico. Bisogna trovare una legge che si muova tra questi due paletti”.
Ma Betori ha espresso la sua valutazione negativa sulla legge in discussione al Senato in una telefonata a Michele Gesualdi, ex allievo di don Lorenzo Milani, da quattro anni malato di Sla, che ha scritto il 13 marzo scorso ai presidenti di Camera e Senato e ai capigruppo parlamentari una lettera per sollecitare l’approvazione rapida della legge. Una lettera drammatica in cui Gesualdi definisce il suo corpo uno “scheletro rigido come se fosse stato immerso in una colata di cemento” e chiede, lui che non ha più speranze di vita, di non allungare il suo martirio. La figlia Sandra Gesualdi ha commentato al Fatto.it: “Quella lettera è un grido di dolore che non ammette strumentalizzazioni o fraintendimenti. Intimo e acuto, di una persona lucida, consapevole e profondamente cattolica che mette a disposizione una situazione privata per cambiare la situazione a favore di molti. Mio padre vorrebbe una legge che renda pacifico il rispetto della sua volontà di malato terminale e della sua dignità che è anche quella di tanti malati come lui”.
Mentre Betori e una parte della Chiesa istituzionale criticano il testo sul biotestamento (il direttore di Avvenire Marco Tarquinio ha preso posizione contro la legge), prosegue la raccolta di firme a sostegno dell’appello di Gesualdi, già arrivate a 30mila. Tra i firmatari anche Sandro Bondi, l’ex collaboratore di Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Pippo Civati, Rosy Bindi e anche numerosi cattolici e preti. Tra questi il coordinatore toscano di Libera don Andrea Bigalli e il prete fiorentino don Alessandro Santoro, animatore della comunità delle Piagge.
Ma a Betori “appare dubbio che l’impianto legislativo possa garantire il rispetto delle volontà esplicite e inequivocabili della persona, e allo stesso tempo salvaguardare un principio fondamentale quale l’alleanza terapeutica valorizzando anche la valutazione in scienza e coscienza del medico, secondo un principio base della professione medica”. Altro punto critico, il fatto che la legge non garantirebbe “la libertà di obiezione di coscienza degli operatori e delle strutture sanitarie”. Se proprio occorre una legge, conclude Betori, i parlamentari prendano tempo, occorre infatti “maggiore riflessione e circospezione, anche per evitare di aprire varchi per cui potrebbero essere introdotti nella nostra società eutanasia e suicidio assistito, magari con qualche sentenza di cosiddetta giurisprudenza creativa”. Va detto che la legge sul biotestamento è in discussione dall’inizio della legislatura, con dibattiti molto approfonditi sia alla Camera sia al Senato, soprattutto in commissione.