4. I poveri anziani che non camminano possono solo così ascoltare la Messa. Tutti quelli che mi hanno fatto questa obiezione sembrano dimenticare non solo che esistono anziani malati che sono di altre religioni, e di quelli pare che la Rai se ne freghi, ma soprattutto che esistono dei media cattolici fatti apposta per chi vuole seguire la Messa, da Radio Vaticana a Radio Maria alle numerose tv cattoliche. Basta semplicemente spostarsi lì.
5. Ma ci sono anche altre trasmissioni su altre religioni. Sono andata a cercarle sulla Rai, esiste qualcosa qua e là, ma sono messi nel palinsesto ad orari impossibili, quasi sempre intorno alla mezzanotte. Di che parliamo, dunque? Un conto è trasmettere la Messa alle undici di domenica, un conto è parlare degli ebrei a notte inoltrata. Non solo: c’è una differenza abissale tra trasmettere una celebrazione e parlare di una religione, la stessa che esiste tra avere due ore di educazione cattolica obbligatoria con docenti scelti dal Vaticano ma pagati dello Stato e avere un’ora con un laico in cui si parli di tutte le religioni. Il servizio pubblico dovrebbe fare approfondimenti religiosi, non essere confessionale, trasmettendo in diretta celebrazioni. È così evidente.
6. Anche i partiti occupano la Rai ingiustamente. Vedi primo argomento: fuori i partiti dalla Rai e fuori la Messa.
7. Ma lo Stato ha firmato i Patti Lateranensi e la Rai è dello Stato. Questa è l’argomentazione più buffa che mi sia capitato di sentire. Come se, poiché abbiamo firmato i Patti Laternanensi, tutto ciò che è pubblico debba essere confessionale. Con tutta evidenza non è così. E comunque sarebbe ora di rivederli, quei Patti. L’ultimo che ne ebbe il coraggio fu Bettino Craxi.