Sedici punti in meno rispetto alle Europee di tre anni fa, il 6% lasciato per strada da maggio a oggi: il Pd è al minimo storico nell’era renziana. E le rilevazioni non tengono conto del forfait di Giuliano Pisapia e Angelino Alfano, usciti di scena mercoledì. L’ultimo sondaggio di Ipsos registra il crollo del Partito Democratico e la crescita del Movimento Cinque Stelle, primo partito con il 29,1% delle preferenze secondo le intenzioni di voto registrate dall’istituto di Nando Pagnoncelli tra il 5 e il 6 dicembre. Comunque ancora molto lontano dalla soglia che permetterebbe di governare. Per quell’obiettivo ha al momento qualche chance solo il centrodestra unito che fa segnare il 36 per cento. Mentre la prima rilevazione di Liberi e Uguali si attesta al 6,6%. Non c’è quindi il grande balzo della sinistra unita, ma comunque la coalizione e la guida di Pietro Grasso premiamo le formazioni di sinistra.
Il crollo del Pd, risalgono i Cinque Stelle – La rottamazione di Matteo Renzi ha riportato le lancette dei dem indietro di quattro anni: Pier Luigi Bersani nel 2013 si fermò al 25,4% nelle urne, un punto in più di quanto il Pd raccoglierebbe se si votasse oggi. E bisogna comprendere quale effetto avrà l’addio di Alternativa Popolare e Campo Progressista, i cui voti si disperderanno tra centrodestra, dem e Liberi e Uguali. Così ora il Pd è lontanissimo dai risultati del M5s, primo partito con il 29,1% dei voti. Un risultato che avvicina il Movimento al muro del 30% attorno al quale i Cinque Stelle hanno viaggiato tra maggio e giugno 2017.
Centrodestra al 36 guidato da Fi – Sopra quella soglia c’è solo il centrodestra unito, grazie al risultato di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi raccoglierebbe oggi il 16,7 per cento dei voti in netta crescita al 15,1 di luglio e al 13,2 di maggio. La performance degli azzurri permette di staccare la Lega di Matteo Salvini al 14,4 nella partita tutta interna per la guida della coalizione, completata da Fratelli d’Italia che post-congresso arriva al 4,9 per cento.
La sinistra unita piace (ma non troppo) – La novità della settimana è rappresentata da Liberi e Uguali, la formazione che tiene insieme i partiti alla sinistra della Pd. Alla prima rilevazione post incoronazione a leader di Pietro Grasso, Liberi e Uguali si attesta al 6,6 per cento secondo Ipsos. La soglia del 10 per cento profetizzata da Massimo D’Alema è ancora lontana, ma comunque l’unità piace agli elettori dell’area di sinistra. A fine ottobre, infatti, Mdp e Sinistra Italiana erano accreditati rispettivamente del 2,8 e 2,6 per cento. L’unione, quindi, ha un suo valore in termini percentuali. E nuovi arrivi sono alle porte dopo lo smembramento di Campo Progressista.