Viaggi

Come si diventa travel blogger /2 – I modelli da seguire e quelli da evitare

Seconda puntata della nostra classifica sui travel blog italiani. Piccolo inciso, per rispondere ad alcune obiezioni sollevate la scorsa volta: parliamo non solo di travel blogger in senso stretto ma anche di travel influencer più o meno influenti, di vlogger e youtuber e di qualunque altra creatura e (pseudo) professione la grande pancia del web abbia partorito in questi anni.

Mondo Aeroporto di Daniel Mazza
Il ragazzo sorride sempre a 32 denti, tanto che viene da chiedersi se ci è o ci fa. Io penso (e spero per lui) che sia la prima, anche perché sarebbe difficile credere il contrario. Grazie a Mondo Aeroporto Mazza ha trasformato la passione per i viaggi in un lavoro full time, condiviso sui social con una narrazione molto nazionàl-popolare e una fittissima pubblicazione di foto e video dal click facile. Mazza propone anche alla sua ampia fanbase viaggi in comitiva – Lapponia e Sudafrica tra le ultime mete proposte – assestando un altro duro colpo alle agenzie di viaggio tradizionali. Domanda finale: è sempre così necessario autoincensarsi? Pubblicare ogni 2 per 3 post del tipo “io ce l’ho fatta” o “ho ricevuto un’ennesima mail che mi ha cambiato la vita”? Probabilmente, anche questo fa parte dell’utilizzo dei social ai fini di marketing. Dove, per dirla con le parole del travel influencer Alessandro Marras, la serie B non conta e vince solo chi sta in A. Che vi piaccia o no, con Mondo Aeroporto si gioca in serie maggiore.
Voto: 7+

Travel Fashion Tips di Anna Pernice
Ovvero “I consigli di una fashionista in giro per il mondo!” dati da una “Marketing & communication manager, blogger, giornalista, digital pr e much more”. Vista la presenza di una sezione “Travel”, mi sono permesso di dare un’occhiata al blog e di leggere un post su un viaggio in Senegal. Passabili le foto, molto meno la scrittura, che lascia a desiderare sia per forma che contenuto. Anche qui, come dissi della collega di blog Sabrina Musco (a proposito: sulla sua pagina Facebook sono comparsi un paio di video spot di viaggi in Marocco e Giamaica. La protagonista non scrive – deo gratias – ma presta il suo volto per promuovere le suddette destinazioni con format accattivanti ma stravisti) l’impressione è di essere finito in un calderone in cui bolle di tutto, anche post che sono in realtà dei veri e propri annunci pubblicitari.
Voto: 5,5

Miprendoemiportovia di Elisa e Luca
Da quando ho scritto del mio sogno di fare vacanze estive senza bambini urlanti nei dintorni, la nemesi del web si è abbattuta su di me e mi ritrovo invaso sui social da suggerimenti di seguire quelli che io chiamo “family bloggers”: coppie con o senza prole che sentono il bisogno impellente di comunicare a estranei la propria vita. È così che sono finito sul blog di Elisa e Luca, dove è presente un vero e proprio media kit per i clienti in cui sono contabilizzati i mi piace, i tweet e le interazioni (online) previste per ogni progetto. Niente di male, ci mancherebbe. Anzi, i rimandi pubblicitari sono segnalati meglio che in altri blog. E anche i contenuti prettamente travel sono abbastanza buoni. Ma mi chiedo: è possibile che gli enti del turismo e gli hotel, solo per citarne alcuni, decidano di attivare o meno proposte di collaborazione perlopiù sulla base del numero dei like che un blogger riesce a dare? Pare di sì, e questa cosa mi preoccupa alquanto. Perché rende già reale quanto preconizzato dalla saga di Black Mirror: saremo (siamo) selezionati sulla base del nostro “punteggio sociale”.
Voto: 6

The Globbers di Luca e Alessadro
Quando mi è stato segnalato il blog di viaggio di Luca e Alessandro, “compagni di avventure e di vita” mi è un po’ “partito l’embolo”.  Ecco, mi sono detto: un’altra coppia che sente il bisogno di condividere con il mondo la propria sfera personale. Navigando sul blog e scorrendo le pagine social mi sono in parte dovuto ricredere. Luca e Alessandro non risultano quasi mai né fuori luogo né antipatici, al contrario di altri pruriginosi family blogger. Le informazioni sui luoghi visitati sono accurate e fanno pendant con le foto, tutte molto belle. Certo, sarebbe il caso di smetterla con questi scatti di lui fuori l’obiettivo che tiene la mano a lei (lui in questo caso) di spalle: è un’idea che hanno avuto altri e che è stata riproposta (copiata) fino allo svenimento. Tutto sommato, devo ammettere, il blog risulta però nel complesso gradevole.
Voto: 7

Sono in viaggio di Rudy Vianello
Rudy Vianello appartiene, a mio parere, alla categoria dei wannabe vlogger. I suoi video sul Giappone sono dei prodotti tutto sommato amatoriali, sia a livello di riprese che di “idea”. C’è poco da fare: di fronte ai ragazzini terribili del web, i tardivi digitali devono farsi in quattro per portare a casa risultati accettabili. Qui però la strada per la vetta del monte Fuji sembra davvero troppo in salita per poter essere affrontata con successo.
Voto: 5–