Una traversa di Manduzkic, tanta pressione della Juve. Il resto è sudore e lotta. Così l'Inter va via da Torino con un punto in tasca, dimostrando di essere ancora un passo indietro ai bianconeri nel gioco. Ma abbastanza solida difensivamente da restare avanti in classifica
La Juventus sbatte contro il muro dell’Inter. I nerazzurri si piegano ma non si spezzano e restano primi, almeno fino a Napoli-Fiorentina. Ma soprattutto superano anche il terzo esame stagionale: vittoria a Roma, pareggio al San Paolo e un’altra “X” a Torino. Reti segnate contro le dirette concorrenti, ora si può dire, per lo scudetto: 3. Subite, una. È questo il dato più importante, soprattutto se incastonato nella storia recente della squadra di Massimiliano Allegri, sempre in gol nelle precedenti 44 partite.
Luciano Spalletti ha ricostruito l’Inter dalle fondamenta, cioè dalla fase difensiva e dalla mentalità. Sfiancati per 90 minuti dagli affondi di Cuadrado e dalla pressione che la Juve sa esercitare a pieno organico, soffocati sulle fasce dove Allegri ha deciso di non concedere nulla a Candreva e Perisic, i nerazzurri non vanno a tappeto anche all’Allianz Stadium. Gli esteti del calcio storceranno il naso, il risultato e la classifica danno ragione ai nerazzurri.
Salvati in un’occasione dalla traversa, in un paio di casi da Handanovic e in altrettanti dalla serata poco lucida di Mandzukic, ma comunque capaci di andarsene da Torino con un punto prezioso in tasca. Vale più per la testa che per la testa della classifica. L’Inter sta affrontando un percorso di crescita dopo anni di figuracce e delusi, pareggiare contro la Juventus – questa Juventus – in trasferta è un segnale.
Ai bianconeri in primis, capaci di stendere il Napoli appena nove giorni fa. Miranda e Skriniar hanno neutralizzato Higuain (come Chiellini e Benatia dall’altra parte con Icardi) e la Juve ha dovuto cercare soluzioni alternative per arrivare dalle parti di Handanovic. Allegri ha dato le chiavi a Cuadrado per aprire la difesa nerazzurra, ma nonostante il colombiano abbia ammattito Santon, i nerazzurri hanno tremato in rare occasioni. Tutte capitate a Mandzukic. Il croato è stato bravo di testa nel primo, meno con i piedi prima e dopo l’intervallo.
Il resto è stato sudore e lotta. L’Inter senza la corsa di Perisic e Candreva, ha dovuto cercare di sfondare per vie centrali con Borja Valero e Brozovic senza però riuscire a trovare un contropiede o un azione in superiorità numerica. Un paio di tiri da fuori del (ritrovato) centrocampista croato e uno spunto di Icardi con l’unica palla giocabile della serata non bastano per staccare la Juve. Ma grazie a un’applicazione difensiva perfetta, sono sufficienti per restarle avanti. Almeno per ora.