Dopo aver pranzato una donna e i suoi due figli di 4 e 6 anni sono finiti all'ospedale San Paolo. Dagli esami tossicologici è emerso che nella zuppa c'era traccia del principio attivo della cannabis. In casa, però, non c'erano tracce di droga. Si tratta del il terzo caso simile in poche settimane che finisce all’attenzione della questura e del tribunale per i minorenni
Hanno mangiato un minestrone e si sono sentiti male. Crampi, nausea, vomito ed equilibrio precario che sabato scorso hanno costretto una donna e i suoi due figli di 4 e 6 anni ad andare all’ospedale San Paolo di Milano. “È stato il minestrone di verdure e carne”, dirà la donna agli invermieri. “Sintomi incompatibili con un pasto indigesto”, risponderanno però i medici, che hanno fatto eseguire subito esami tossicologici. Il risultato non lascia dubbi: la donna e i due bambini hanno avuto “un’intossicazione da Thc“, il principio attivo della cannabis, responsabile degli effetti psicotropi di hashish e marijuana.
Come c’è finito nel minestrone? Mistero, ma questo è il terzo caso in poche settimane che finisce all’attenzione della questura e del tribunale per i minorenni. Pesanti tracce di droga nei bambini, a fronte di improbabili spiegazioni delle famiglie. Nell’ultimo caso – raccontato dalle pagine del Corriere della Sera – è coinvolta una famiglia dello Sri Lanka, più un loro amico, connazionale, ospite da un paio di mesi. Sono tutti migranti in regola senza alcun precedente. Dopo aver mangiato si sono sentiti male. L’ambulanza ha portato la famiglia al San Paolo, poi i bambini sono stati trasferiti alla De Marchi, in codice giallo. I medici hanno diffidato subito dell’ipotesi di intossicazione alimentare.
Il referto degli esami ha fugato tutti i dubbi tranne uno: Chi ha messo il thc nella zuppa? Qualcuno in casa usava droga che è stata per errore mescolata al cibo? O i piccoli l’hanno assunta in altro modo, magari inavvertitamente? Anche se ora tutti sono stati dimessi dall’ospedale, il procuratore capo Ciro Cascone e il pm Michela Bordieri hanno disposto accertamenti per la tutela dei minori. Dalle perquisizioni in casa, però, non sono emerse tracce di droga.