“E’ indegno”, ha commentato il ministro Carlo Calenda quando ha saputo delle minacce di Ryanair verso i piloti sul piede di guerra. Se scioperate – era il succo della lettera spedita dalla compagnia – dimenticatevi futuri aumenti in busta paga secondo l’accordo oppure trasferimenti o promozioni.
Già, è indegno, ma è il modello di business che il neoliberismo ha consentito in questi anni, lo stesso modello che oggi trasforma in notizia il fatto che Facebook pagherà le tasse nel Paese dove vende il suo servizio: ma tu pensa che notizia, pagano anche le tasse questi colossi! (Che poi non ne pagheranno nemmeno tanto di più perché le magie fiscali non finiscono mai…). E’ proprio sulla leva di dumping fiscale, lungamente tollerata dall’Europa a danno dei paesi membri, che certe big company hanno costruito il loro racconto “gratis” o “low cost”.
Indegna non è solo la lettera minatoria – un dettaglio del sistema GangBank – è tutto il modello di business dove nell’illusione del biglietto a basso costo si celano i trucchi e gli inganni. Sono anni che Ryanair e il mondo del low cost scarica sui lavoratori e sulla fiscalità dei singoli Paesi quel viaggio alla portata di tutti i portafogli. Ma davvero qualcuno pensava che nessuno pagasse un prezzo? Questi modelli globali e low cost calpestano parecchi diritti e pure parecchi doveri, caro Calenda. E sapesse quante storie indegne sono tollerate in Italia dove si regalano banche a un euro, dove si fanno ponti d’oro alle multinazionali dalla bocca larga (“Porteremo lavoro”; e giù con sconti fiscali e regali vari che i nostri piccoli imprenditori si sognano!) e dove il lavoro può diventare persino un premio, perché è capitato anche questo. Calenda sta cercando di umanizzarsi e fa come Ciaula che scopre la luna. Ci risparmi la parte, ministro.
Quando sarà raccontata tutta la finta favola delle compagnie low cost? Quando svuoteremo il sacco dei soldi pubblici destinati agli aeroporti low cost “gonfiati” di passeggeri target di questo mercato? Quando saranno svelati i by-pass fiscali – guarda caso sono tutti nella solita Irlanda o in altro Paese a maglie larghe – che tengono in piedi il giocattolo?
E’ ora di finirla con la predicazione del mondo moderno che lascia le mancette sul tavolo e si arricchisce con profitti generati da regole asimmetriche. La globalizzazione è la tavola imbandita per questa gente. Gente che umilia il lavoro, le persone, i diritti. E’ il demone finanziario che entra nell’economia reale, con la complicità di una classe politica corrotta culturalmente. Quelli che vogliono ribaltare le regole sono pochi; Calenda non è tra questi.
Se per il ministro confindustriale è indegno comprimere i diritti, allora tolga il disturbo perché in Italia e in Europa le regole continuano a essere scritte proprio con quell’inchiostro lì.