Fare luce sull’esplosione avvenuta martedì nell’impianto di Baumgarten, il più grande impianto di ricezione e distribuzione di gas in Austria, che ha provocato un morto e 18 feriti. Lo chiede Claudio Descalzi, ad dell’Eni: “Questo incidente è anomalo, in ultimi trent’anni mai visto un incendio e uno scoppio tale – ha detto l’amministratore delegato in un’intervista a Circo Massimo su Radio Capital – dovremo capire cosa è successo. Solo ieri dalla Russia sono mancati 57 milioni di metri cubi e sono tanti. Rimpiazzare queste portate non è cosa semplice, lo abbiamo preso dalla Libia e dall’Algeria, senza usare le risorse strategiche. E’ sempre meglio non toccarle perché servono per i mesi più freddi”.
“I prezzi sono aumentati leggermente perché c’è un aumento della richiesta per il freddo e perché bisogna ricomprare il gas e abbiamo rimpiazzato il 30% anche se l’abbiamo pagato di più e oggi potremo andare al 70%, ma non si può fare per sempre perché Eni non può fare da ammortizzatore dei prezzi – spiega Descalzi – certo oggi dipendiamo per più del 90% dall’estero e l’Europa importa oltre 70%. Noi in futuro arriveremo al 100% perché non produciamo quasi più nulla. Dovremmo diversificare i paesi da cui importiamo, come Libia, Algeria, Egitto e Israele”, conclude Descalzi.
Questo perché il mercato italiano, ha spiegato Descalzi, “ha una debolezza strutturale, manca di energia. Siamo a meno di 7 miliardi di metri cubi di produzione e le rinnovabili hanno un punto di debolezza perché in inverno sono più scarse: quindi il gas dovrà trovare sempre di più diversificazione, che vuol dire più fonti e più Paesi dai quali importiamo”.