Il derby di Belgrado è da sempre una partita ad alto rischio per quanto riguarda l’ordine pubblico. Le cosiddette “tifoserie organizzate” delle due squadre si distinguono da sempre per l’alto tasso di violenza e per questo motivo quando superano i confini nazionali vengono scortate da un massiccio numero di poliziotti. Ieri si è giocato il derby di Belgrado – terminato 1-1 sul campo – tra il Partizan e la Stella Rossa. Nel corso del primo tempo ci sono stati violenti scontri sugli spalti, più precisamente nella curva sud occupata dagli ultras del Partizan.
Le immagini hanno subito fatto il giro del mondo, accompagnate da una ricostruzione un po’ frettolosa secondo la quale le due tifoserie – quella del Partizan e quella della Stella Rossa – sarebbero entrate in contatto scatenando una rissa furibonda. In realtà non sarebbe andata così, perché per una volta non si sarebbe trattato di uno scontro tra tifoserie rivali. A quanto pare il parapiglia avrebbe riguardato i soli “tifosi” del Partizan.
Il gruppo ultrà storico del Partizan è quello dei Grobari (i “becchini”) e, secondo quanto riportato dalla stampa serba, ieri sera sarebbero stati sfidati apertamente per il controllo della curva dai Zabranjeni (i “proibito”). Quest’ultima è una nuova frangia del tifo organizzato nella quale sono confluiti diversi gruppi minori (Young Boys, South Family, Vandal Boys, Koalicija, Fontana, Grobari Beograd e Juzni Front). I Zabranjeni solitamente occupano la tribuna ovest dello stadio, ma questa sera si sarebbero “infiltrati” in curva sud ed avrebbero bruciato una bandiera degli Alkatraz, il principale ‘sottogruppo’ dei Grobari che attualmente controlla la curva. Lo scontro, in particolare, avrebbe riguardato gli Young Boys e gli Alkatraz.
Sarebbe stata questa provocazione a far scattare un pandemonio clamoroso. I Grobari avrebbero reagito e quindi vinto nettamente questo confronto tra bande, picchiando sonoramente i rivali che sono stati anche denudati e cacciati dalla curva. Il bilancio finale è di 19 persone ferite, una delle quali in gravi condizioni.