Gli applausi dell’Aula del Senato, la radicale Emma Bonino commossa in tribuna a fianco di Mina Welby che sorride mentre fuori in piazza i protagonisti di anni di campagne, estenuanti e lunghissime, ascoltano l’annuncio. Il Biotestamento è legge: il Senato ha dato il via libera definitivo con 180 sì, 71 no e 6 astenuti. Vengono così istituite per legge le Dat, disposizioni anticipate di trattamento, grazie a cui ogni cittadino può esprimere le proprie disposizioni sul fine vita (leggi la scheda). E’ un giorno storico per il Parlamento italiano che cede dopo undici anni di battaglie. Fino a pochi mesi fa non ci credeva nessuno: non ci credeva la maggioranza, vincolata ai no di Area popolare e dei cattolici, non ci credevano i 5 stelle che pure fin da subito avevano garantito il loro appoggio, non ci credevano a sinistra. Ci credevano forse solo loro, i familiari di chi ha sofferto per malattie personali, ma che comunque ha deciso di lottare per la dignità di tutti. “Senza Englaro, Welby, Fabo, tutto questo non sarebbe stato possibile”, hanno detto in piazza i radicali e i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni che assistevano alla diretta del voto da piazza Montecitorio (guarda il video). La lotta è iniziata con Piergiorgio Welby, morto nel 2006, e poi è stata portata avanti dalla moglie Mina. Quindi il papà di Eluana Englaro, Beppino che ha sopportato battaglie politiche sul corpo della figlia e nonostante tutto è rimasto in prima fila a chiedere il rispetto dei diritti. Poi, tra gli ultimi, dj Fabo, che è stato accompagnato a morire in Svizzera dal radicale Marco Cappato. E infine l’allievo di Don Milani Michele Gesualdi che, con gli ultimi scampoli di forza, ha chiesto ai cattolici di appoggiare quella battaglia per lui giusta. Il colpo di scena per la legge che sembrava essere destinata a restare nei cassetti anche in questa legislatura è arrivato nelle ultime settimane. A tirare la prima bomba alla politica è stato il Papa, dicendo che “può essere moralmente lecito rinunciare o sospendere le cure”. Quindi le crepe in Aula, complice il clima da fine dei lavori: la maggioranza, grazie al patto Pd-M5s sul tema, ha scelto di andare avanti sul Biotestamento e di rinunciare allo Ius soli e l’accordo tra i due partiti ha fatto il resto. Ieri l’Assemblea di Palazzo Madama ha respinto tutte le proposte emendative, mentre i soliti volti noti del centrodestra hanno cercato di fare resistenza senza ottenere risultati.
Il #biotestamento è legge! Grazie a Welby e a chi ci ha creduto!! Ci vogliamo bene :-) Prossima tappa: #EutanasiaLegale per essere #LiberiFinoAllaFine pic.twitter.com/WSdqOq4bvl
— Marco Cappato (@marcocappato) December 14, 2017
Mina Welby: “Era proprio quello che aveva voluto Piergiorgio”
In tribuna ad ascoltare la discussione a fianco della Bonino c’era anche la moglie di Piergiorgio Welby, morto nel 2006. A loro spettavano gli applausi e loro per prime si sono commosse. “Era proprio quello che aveva voluto Piergiorgio tanti anni fa”, ha dichiarato Mina Welby poco dopo. “Però poi quando ha scritto al presidente della Repubblica li è andato più a fondo. Per lui eutanasia voleva dire morte ‘umana’ in tutti i sensi, ci sono anche delle possibilità di morire in casi molto particolari che oggi vengono fatti in Svizzera, Belgio o in Olanda. Sono meno di quelli che si crede. E credo che con le cure palliative anche qui da noi ci saranno molte meno richieste anche sull’eutanasia. L’importante è che però i medici si formino e che vengano applicate”. Per Mina Welby oggi “è una bellissima giornata che sancisce un diritto di cura, di rifiuto, di scelta. Di libertà di scelta. Questo non vuol dire che se una persona vuole terminare la ventilazione, la nutrizione o non la vuole proprio non vuol dire che rifiuta la vita, ma è arrivata a un punto di grande sofferenza che verrebbe soltanto aumentata. L’interruzione di queste cure o non accettarle vuol dire non avere altre sofferenze. Quindi non è eutanasia come ho sentito dire in questi giorni. L’eutanasia è un’altra cosa. Vorrei che anche in futuro si legiferi su questo”.
Fuori dai palazzi, ad aspettare il risultato del voto c’erano i protagonisti delle lunghe campagne di sensibilizzazione di questi anni e naturalmente i familiari dei malati. Insieme al radicale Marco Cappato, la presidente dell’associazione Luca Coscioni Filomena Gallo, Mina Welby (co-presidente ALC e moglie di Piergiorgio Welby), Carlo Troilo (cons. generale ALC e fratello di Michele, malato suicida), Rodolfo Coscioni (cons. generale ALC e papà di Luca Coscioni), Anna Cristina Paoloni (mamma di Luca Coscioni), Monica Coscioni (sorella di Luca Coscioni), Chiara Rapaccini (compagna di Mario Monicelli), Flaminia Lizzani (figlia di Carlo Lizzani), Generosa Spaccatore (moglie di Luigi Brunori) e Maddalena Soro (moglie di Giovanni Nuvoli), e tutti gli attivisti per la libertà di scelta. L’Associazione – promotrice e la più attiva sostenitrice della legge sul Biotestamento Luca Coscioni aveva consegnato proprio al Presidente del Senato Grasso, martedì 5 dicembre, 27mila firme raccolte in calce all’appello di Dj Fabo per un’immediata approvazione senza modifiche della legge sul biotestamento. Queste firme si erano andate a sommare alle oltre 121mila firme raccolte sotto la più generale proposta di legge popolare depositata nel settembre 2013, alle oltre 158mila sottoscrizioni dell’appello lanciato da Mina Welby, così come all’appello dei senatori a vita e a quello dei quasi 90 sindaci italiani e 2 presidenti di regione, rappresentati di circa 15 milioni di italiani.
Gli applausi di Boldrini, Grasso e Gentiloni
Il via libera della legge è stato accolto con soddisfazione dalle più alte cariche dello Stato. “E’ un importante e positivo atto di responsabilità del Parlamento”, ha scritto su Twitter la presidente della Camera Laura Boldrini. “D’ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatiche”. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha aggiunto: ” Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile anche sulle questioni più divisive”. La seconda carica dello Stato ha parlato di “un provvedimento a lungo atteso che ha generato un ampio e acceso dibattito, sia tra le forze politiche che nell’opinione pubblica. E’ stata affrontata una lunga e appassionata discussione, l’Aula ha deliberato e approvato una legge che incide profondamente sulla vita dei cittadini”. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni infine, sempre su Twitter, ha scritto: “Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”.
Il patto 5 stelle e Pd ha funzionato: i voti di entrambi sono rimasti fino alla fine fedeli all’impegno preso prima della discussione del testo. Il segretario dem Matteo Renzi ha scritto su Facebook: “Il provvedimento sul fine vita è legge. Si tratta di un passo in avanti nella direzione della libertà e della consapevolezza dei diritti del malato. L’impegno adesso è accompagnare con cura e amore – e sempre maggiori risorse – chi vive la malattia. Accogliere, prendersi cura, accudire. E rispettare la libertà, sempre”. I 5 stelle hanno parlato di “giorno della responsabilità”: “Un giorno in cui il Parlamento di questa aberrante legislatura potrà riprendersi il merito e l’orgoglio di aver consegnato una pagina di civiltà al suo Paese. Il disegno di legge sul Biotestamento è il frutto dell’unificazione di più proposte, la prima delle quali, ed è un orgoglio dirlo, è del Movimento 5 Stelle e reca la prima firma del deputato Matteo Mantero. L’approvazione definitiva al Senato della legge rappresenta una svolta per il nostro Paese, dove finalmente viene riconosciuto alla persona il diritto di disporre di se stessa. Siamo soddisfatti perché l’interesse dei cittadini ha prevalso sull’interesse di partiti o fazioni contrapposte. L’Italia, che di problemi ne deve risolvere ancora molti, ha fatto un significativo passo in avanti sui temi sociali, e nel riconoscimento della dignità della persona. Questa giornata, e questa legge, vogliamo dedicarla a tutti coloro che, con il loro impegno, il loro esempio e il loro sacrificio, hanno reso tutto questo possibile”.