“Una delle sfide di costruire un archivio sul cinema di famiglia è dare un senso al caos, trovare un ordine all’interno di materiali che non nascono per questo scopo, ma anzi, proprio per essere spontanei e poco sistematizzati”, ha detto Giulio Pedretti, co-fondatore dell’Archivio Superottimisti. Perché questi storytelling finiranno per raccontare la storia di tutti
Chi di noi può dire di non esser stato vittima, aver prodotto o ereditato un filmino amatoriale tratto da quelle che ai tempi potevano sembrare banali scene di vita famigliare quotidiana? Bene, da qualche decennio una fitta rete di associazioni del nostro territorio si è impegnata a raccogliere questo materiale video donato dai privati per ridigitalizzarlo, archiviarlo e renderlo pubblicamente fruibile. Ed è proprio all’interno della cornice dell’International Home Movie Day 2017, giornata mondiale celebrata a Torino il 14 dicembre presso l’Unione Culturale “Franco Antonicelli”, che questo imponente lavoro sarà presentato: un evento che ripercorre le attività per la salvaguardia e valorizzazione del cinema di famiglia negli ultimi anni.
Uno storytelling, quindi, che nel corso del tempo ha finito per acquisire un valore sempre maggiore, trasformando quelli che erano sfuocati ricordi privati in reperti di documentazione storica, raccolti per raccontare il cambiamento di un Paese attraverso le sfumature di uno sguardo inedito. Nell’era del voyeurismo più sfrenato scopriamo la delicatezza di videoracconti che accarezzano frammenti di memoria e si fanno cultura. Ad intravvedere il prezioso potenziale l’Archivio Superottimisti (con all’attivo quasi 600 ore di materiale inedito), che da 10 anni in Piemonte raccoglie, digitalizza e riqualifica pellicole storiche famigliari sviluppando una rete di contatti a livello nazionale ed estero, prendendo parte a Re-framing home movies – residenze in archivio, progetto ambizioso portato avanti in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), Lab80 di Bergamo e la Cineteca Sarda – Società Umanitaria di Cagliari. A testimonianza infatti del patrimonio inestimabile distribuito su tutto il territorio italiano – e non solo – nascosto in cantine o soffitte, che non aspetta altro che essere salvato dall’oblio, molti ospiti in programma.
Tra gli altri Dwight Swanson, veterano in materia, co-fondatore del Center for Home Movies e promotore dello stesso Home Movie Day. Da segnalare in modo particolare però la presenza della regista pluripremiata a Locarno e al Tff Alina Marazzi, autrice “icona” del cinema di famiglia in Italia, che di questa forma di documentario ha fatto un’arte. Il suo “Un’ora sola ti vorrei” è stato completamente realizzato con materiali del suo archivio personale. Un linguaggio grazie al quale è stato sdoganato l’utilizzo di home movie nei film. “Una delle sfide di costruire un archivio sul cinema di famiglia è dare un senso al caos, trovare un ordine all’interno di materiali che non nascono per questo scopo, ma anzi, proprio per essere spontanei e poco sistematizzati”, ha detto Giulio Pedretti, co-fondatore dell’Archivio Superottimisti. Perché questi storytelling finiranno per raccontare la storia di tutti, intrisa della quotidianità personale che ha contribuito a tratteggiare la nostra società nell’arco dell’ultimo secolo.
foto: fondo De Lutti, 1963, Rima (VC), Archivio Superottimisti – AMNC
Foto nel pezzo: fondo Travaglio, 1970, Torino, Archivio Superottimisti – AMNC(sul fiume)