In Europa ci sono oltre 3 milioni di imprese attive, capaci di generare il 6,5% del totale dei posti di lavoro. Un modello in continua crescita, sia in valori assoluti che in termini di addetti: dal 2011 al 2015 le cooperative sociali hanno avuto un incremento del 30%
Sono quasi 93 mila le imprese sociali operative sul territorio italiano: una realtà in continua crescita, come dimostrano i dati presentati da Social Impact Agenda per l’Italia nel documento “Valore potenziale dell’impresa sociale“, curato da Paolo Venturi, direttore di Aiccon. L’imprenditoria sociale è una realtà che unisce libero mercato e giustizia sociale, coniugando la sostenibilità con la capacità di attrarre investimenti. Un modello che in Europa conta oltre 3 milioni di imprese attive nel Terzo settore, capaci di generare il 6,5% del totale dei posti di lavoro.
Nel rapporto presentato a Milano in occasione dell’evento “Impresa sociale anno uno” emerge come in l’Italia ci siano oggi 61 mila 776 imprese for profit operanti nei settori dell’impresa sociale; 16 mila 918 cooperative sociali e 11 mila 940 organizzazioni non profit market oriented. A queste si aggiungono 1.874 imprese sociali ex lege, 16o startup innovative a vocazione sociale e 131 società benefit.
Restringendo l’analisi alle sole cooperative sociali, ora riconosciute come imprese sociali di diritto, emerge che fra il 2011 e il 2015 queste sono aumentate del 30% incrementando sensibilmente anche il numero di addetti, passato da 320.513 a 383.828 unità. Nello stesso periodo, circa 62.000 organizzazioni attive nel non profit hanno cessato la propria attività: oltre alla loro natura giuridica, gli elementi che incidono maggiormente e positivamente sulla sopravvivenza dei soggetti del terzo settore sono legati a una maggiore complessità organizzativa: maggiori risorse economiche e umane, radicamento sul territorio, lavoro con o per la Pubblica Amministrazione e forte orientamento per risposta al disagio.