I sospettati sono Antonietta Biancaniello e suo figlio Raffaele Rullo, di Quarto Oggiaro (Milano). Che ora dovranno rispondere per omicidio e soppressione di cadavere. Il corpo è stato trovato chiuso all’interno di un bidone nel bagagliaio di un’auto fermata lungo la Milano-Meda
Lo hanno sgozzato. Poi hanno provato a sciogliere il cadavere con l’acido, come il boss mafioso Giovanni Brusca col piccolo Giuseppe Di Matteo, ma non ci sono riusciti. Quindi hanno tentato di occultarlo, ma sono stati scoperti. Per la morte di Andrea La Rosa, ex calciatore scomparso il 14 novembre, i carabinieri hanno fermato Antonietta Biancaniello e suo figlio Raffaele Rullo, di Quarto Oggiaro (Milano). Che ora sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere. Secondo gli investigatori Biancarello e Rullo non volevano restituire a La Rosa un prestito da 38mila euro.
Dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, è emerso che il giorno della scomparsa, il 14 novembre scorso, La Rosa avrebbe incontrato Rullo a casa della madre di quest’ultimo per consegnargli 8mila euro (più di 6mila euro sono stati ritrovati dai carabinieri). Si è saputo anche che in passato l’ex calciatore aveva già prestato 30mila euro a Rullo, mai restituiti. È per questo motivo che lo avrebbe sgozzato nella cantina di casa e poi, con la complicità della madre, avrebbe tentato di scioglierlo nell’acido, riuscendoci solo parzialmente. Gli inquirenti hanno scoperto che Rullo aveva addirittura fatto ricerche su internet dal suo ufficio su come il boss mafioso Brusca sciolse nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso l’11 novembre del 1996 dopo 25 mesi di prigionia.
Il corpo di La Rosa, direttore sportivo del Brugherio, è stato trovato chiuso all’interno di un bidone nel bagagliaio di un’auto fermata lungo la Milano-Meda. La vettura è stata notata all’altezza del comune di Varedo, in provincia di Monza-Brianza dai militari, mentre la donna stava tentando di liberarsi del cadavere in un luogo di Seveso nella disponibilità del figlio. È lì che sono stati sequestrati 24 flaconi da un litro di acido. Poco dopo è stato fermato anche l’uomo.
Gli ultimi a vedere La Rosa, il 14 novembre, erano stati i giocatori del Brugherio calcio 1968 che avevano partecipato alla presentazione del nuovo allenatore Marco El Sheikh. A loro La Rosa aveva raccontato che di lì a poco avrebbe dovuto incontrare una persona a Quarto Oggiaro “per chiudere un affare di soldi”. Non aveva spiegato nulla di più, se non che quell’incontro “un po’ lo preoccupava”. Lo aveva detto alla sua fidanzata. Perché lo aveva fatto? Forse per lasciare una traccia, nel caso le cose fossero andate male. Con l’ex calciatore era sparita anche la sua Audi A3 e il cellulare.
La sua casa era stata trovata in perfetto ordine. Alcuni particolari, però, stonavano con l’ipotesi di un allontanamento volontario. La Rosa non aveva mai lasciato l’Italia con la sua macchina e non era stato registrato alcun passaggio dalle frontiere. Nessuna traccia di lui nemmeno nelle liste passeggeri dei voli in partenza dall’Italia. Sui suoi conti, poi, non c’erano tracce di movimenti che lasciassero pensare a una partenza improvvisa. Erano, però, emerse alcune vicende finanziarie che lo riguardavano.