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Milano, risse in aula e ostruzionismo bloccano la mozione che vieta l’assegnazione di spazi pubblici ai fascisti

Il testo, presentato dal gruppo vicino all’ex sindaco Pisapia, vuole impegnare il Comune a non concedere spazi, patrocini e contributi a chi non sottoscrive una dichiarazione di rispetto dei valori antifascisti della Costituzione. Ma a Palazzo Marino consiglieri e pubblico si scontrano. E l'approvazione viene rinviata

Niente divieto all’assegnazione di spazi pubblici a fascisti e razzisti, almeno per ora. La convergenza bipartisan (M5S-Pd) che ha permesso l’approvazione della stessa norma a Torino, a Milano non è bastata. E così la discussione della mozione che impegnerebbe il Comune a non concedere suolo pubblico, patrocini e contributi di qualunque natura a chi non rispetta i valori antifascisti della Costituzione viene rimandata a quando “il clima sarà diverso”. Vale a dire a quando non voleranno gli stracci tra i consiglieri comunali, né tra questi e il pubblico in aula.

“Mi vuole dire perché mi ha dato del fascista?”, dice il capogruppo della Lega Alessandro Morelli alzandosi dal suo seggio per poi arrampicarsi veloce sulla tribuna del pubblico. Più di un cittadino tra i presenti alza il pugno. Proprio da uno degli spettatori, secondo Morelli, sono partiti insulti, gestacci e accuse di fascismo nei suoi confronti. “Questa è la vera violenza”, ha attaccato il rappresentante del Carroccio, che ha subito chiesto di identificare la persona in questione. “Avete sporcato un dibattito che fin qui era stato pertinente”. Devono intervenire la polizia locale e gli altri consiglieri per dividere i litiganti.

La proposta di Insieme x Milano, l’area di Palazzo Marino vicina all’ex sindaco Giuliano Pisapia, potrebbe tornare all’ordine del giorno già la prossima settimana. Il testo prevede che chi voglia ottenere l’autorizzazione per una manifestazione o un evento pubblico debba sottoscrivere una “dichiarazione di rispetto dei valori fondanti della Costituzione italiana, repubblicana e antifascista” . Niente piazze, auditorium, sale né soldi a chi non vuole firmare. Ventisei gli emendamenti presentati dalle opposizioni, che hanno contribuito a far slittare la votazione.

L’approvazione della mozione non sembra comunque lontana. La giunta di centrosinistra ha espresso il proprio parere favorevole attraverso le parole dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. “Davanti a chi si professa fascista non si può restare neutrali”, si è accodato il capogruppo Pd Filippo Barberis. Contrario, invece, il centrodestra: “Come con la manifestazione di Como, anche qui si tratta di una reazione sproporzionata rispetto ai fatti. Non puoi gonfiare un microbo e parlare di minaccia fascista. Richiamiamoci tutti al buon senso”, è stato l’appello di Luigi Amicone, ex direttore della rivista Tempi eletto nelle file di Forza Italia. Morelli, prima dello scompiglio, si era detto dello stesso parere: “Per decenni in quest’aula i comunisti si sono seduti di fronte ai missini e non si è mai sentito il bisogno di una norma come questa, essendoci già le leggi nazionali – ha detto il capogruppo leghista – Parliamo piuttosto di decreto salvabanche e jobs act: sono questi i diritti tolti agli italiani”. Tiepidi, invece, i Cinque Stelle: “Votiamo sì alla mozione ma non la sottoscriviamo – è intervenuto l’ex candidato sindaco pentastellato, Gianluca Corrado – A Torino siamo certi che non verrà mai usata in modo strumentale e anche qui ci auguriamo che sarà così”.

Qualcuno fa notare come la proposta di Insieme x Milano sia stata profetica. Da quando è stata presentata, infatti, gli episodi di cronaca che hanno coinvolto l’estrema destra si sono susseguiti, in città e nei dintorni. Dal murale con la scritta “Bella ciao” cancellato a favore di “Duce a noi” nel quartiere milanese dell’Ortica al blitz del Veneto Fronte Skinheads di Como, dalle incursioni di CasaPound a Palazzo Marino ai raid dell’estrema destra a Monza. Proprio per il 17 dicembre, come fa notare il relatore della mozione David Gentili, è in programma un evento della onlus Bran-co, realtà legata al gruppo neofascista Lealtà Azione patrocinato dal Comune. Con l’approvazione del testo, spiega il consigliere, iniziative del genere non esisterebbero più.