“Non è una questione economica, ma vogliamo che ci sia riconosciuto un contratto italiano con diritti e doveri”. A parlare è Gianluca (un nome di fantasia), cha da 8 anni ha un contratto come pilota per la compagnia aerea RyanAir. Non vuole comparire in volto per timore di ritorsioni, ma a ilfattoquotidiano.it racconta le sue condizioni di lavoro e le pressioni subite dall’azienda nei giorni precedenti allo sciopero che era stato indetto per venerdì 15 dicembre.
“L’iter classico per entrare nella compagnia – racconta – comincia dalle selezioni a pagamento. Poi, se si viene selezionati, si deve sborsare di tasca propria circa 30mila euro per pagarsi il corso e per iniziare a lavorare. Quindi il pilota di Ryanair inizia la carriera con 30mila euro da versare. Dopo ci vengono scalati circa 5 euro da ogni ora di volo, che vengono usati per addestramenti obbligatori con i simulatori. Quindi tutta la parte di addestramenti obbligatori che dobbiamo fare viene sempre pagata da noi, così come le divise e i pasti a bordo”. Ma non è solo una questione di “sacrifici economici”, specifica. “Facciamo mediamente turni di lavoro di 10 o 12 ore al giorno, senza nemmeno acqua da bere. Noi vogliamo lavorare, non scioperare. Ma la protesta è l’unica cosa che ci rimane per avere i diritti”