Per la palma del primo partito sarà sfida a due tra Pd e M5s, dice Matteo Renzi a PiazzaPulita. In realtà, a meno di 3 mesi dalle elezioni politiche, il Partito democratico sembra ingessato. Lo dice un sondaggio Index Research, elaborato proprio per il programma de La7. I democratici da tre mesi galleggiano infatti tra il 24 e il 26 per cento. Il problema per il Nazareno è che il 24 è la percentuale attuale. Come si vede dal grafico di lungo periodo c’è stato un momento (verso la fine di ottobre) in cui è apparsa una timida reazione. Va detto che era il periodo di maggiore attività sul territorio dello stesso segretario, che girava da una parte all’altra dell’Italia con il suo treno.
Stabile, nello stesso periodo di poco più di tre mesi, è anche il Movimento Cinque Stelle che però è solidamente la prima forza politica con il 27,8, con una lieve flessione dello 0,2 (che è niente in una forbice di tempo così larga). I Cinquestelle hanno superato un breve periodo di difficoltà a fine settembre (quando toccarono il 26,5), riprendendo quota fino al 27,8 attuale.
Ma senza dubbio chi, secondo i dati di Index, ha effettuato in questo periodo il balzo più ampio è Forza Italia che ha drenato voti ovunque, ma soprattutto alla Lega Nord. Il ritorno in tv e sugli altri mezzi di comunicazione dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha spinto il partito dal 13,4 al 15,6, con un avanzamento di oltre 2 punti che le fa toccare il massimo nelle misurazioni di quest’anno. E di oltre un punto è anche l’arretramento del Carroccio, infatti che il 5 settembre aveva un consenso del 14,7 e ora è sceso al 13,6. Eppure i leghisti avevano toccato anche il loro massimo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, superando il 15 fino a tendere verso il 16.
L’ultimo ragionamento è sulle coalizioni, visto che il Rosatellum ha qualche timido meccanismo che porta alle alleanze. Si conferma la voragine tra centrodestra da una parte e centrosinistra e M5s (separati, naturalmente) dall’altra. Il trio Fi-Lega-Fdi insieme ad altre liste minori tocca il 36,6 per cento. Il centrosinistra (che al momento consta solo del Pd e di una listarella di Verdi e socialisti) non supera il 29. Il M5s può contare solo sul suo 28 scarso. L’ultimo dato che manca, infine, è quello di Liberi e uguali di Piero Grasso che conferma la performance della scorsa settimana: poco sopra il 6, la doppia cifra è lontana.