Più che una Scuola per diventare magistrato, quella gestita dal consigliere di Stato Michele Bellomo – a rischio destituzione dopo la denuncia presentata dal padre di una delle sue studentesse – sembrava la setta di Scientology. Con le ragazze, sottoposte a un regolamento che comprendeva anche un dress code, fatto di minigonne e tacco 12, che si trovavano in uno stato di “prostrazione psicologica”; e che per il timore di vedersi precluso l’accesso in magistratura finivano per accettare tutto quello che veniva loro richiesto. Ha evocato anche il film The Master, parzialmente ispirato alla figura del fondatore di Scientology, il sostituto pg della Cassazione Mario Fresa nell’udienza a porte chiuse davanti alla Sezione disciplinare del Csm che deve decidere se sospendere dalle funzioni e dallo stipendio e collocare fuori dal ruolo della magistratura il pm di Rovigo Davide Nalin, collaboratore di Bellomo.
Nalin è accusato di aver fatto da “mediatore” tra Bellomo, che in una intervista si è autodefinito genio, e la ragazza, il cui padre ha denunciato il consigliere di Stato alla procura di Piacenza: avrebbe usato la sua autorevolezza di magistrato per procurare “indebiti vantaggi”, anche di “carattere sessuale” al consigliere di Stato. Bellomo e la studentessa avevano avuto una relazione – ha raccontato la diretta interessata nella sua testimonianza davanti al Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa – e ogni volta che c’era un litigio, come quando lei aveva indugiato nel mandargli una foto intima o a definire il periodo di ferie da passare insieme, interveniva Nalin. In un’occasione il pm di Rovigo le avrebbe prospettato che se non fosse stata accondiscendente a queste richieste avrebbe commesso reati che le avrebbero impedito la partecipazione al concorso in magistratura.
“Non ho mai minacciato quella ragazza, tentavo solo di mettere pace tra due persone a cui ero legato da un rapporto di amicizia”, si è difeso davanti al Csm Nalin, minimizzando anche il suo ruolo nella Scuola: aveva studiato lì anni addietro e ci era tornato per prepararsi al concorso per la Corte dei conti. Nessun ruolo da docente, dunque; si limitava a scrivere per la rivista del corso. Ma il caso che ha fatto finire Bellomo nella bufera non sembra isolato: altre quattro-cinque ragazze, tutte borsiste del corso “Diritto e Scienza”, ha riferito in aula Fresa, hanno testimoniato nel procedimento disciplinare a carico di Bellomo. Tutte hanno avuto con lui una relazione e quando tentavano di troncare, entrava in gioco Nalin: come “sensale di relazioni sessuali” e con il compito di “riportare le ragazze all’ovile”; un comportamento “incompatibile” con le funzioni di magistrato. Non ci sono elementi per la sospensione, ha sostenuto invece il difensore di Nalin, il magistrato in pensione Franco Morozzo Della Rocca: al di là della mancanza di riscontri alle dichiarazioni delle studentesse, i fatti contestati sarebbero avvenuti a Bari e a Piacenza e dunque non c’è ragione perché il pm non possa più svolgere le sue funzioni a Rovigo. La decisione della sezione disciplinare dovrebbe arrivare entro lunedì.