Il ministero della Giustizia trasmetterà nelle prossime ore alla Spagna il mandato di arresto europeo per Norbert Feher, alias Igor “il russo”, il killer serbo latitante accusato degli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia volontaria Valerio Verri, che è stato catturato venerdì dopo aver uccuso due agenti e un contandino. Il Dipartimento affari di giustizia del ministero sta lavorando al dossier e ha chiesto gli atti alla Procura di Ferrara, che si è occupata del caso. La richiesta di arresto europeo – tecnicamente diverso dall’estradizione – pur valutata positivamente da Madrid, deve fare i conti però con il fatto che Igor ha commesso tre omicidi in Spagna.
L’ipotesi più probabile al momento è quella di un processo a distanza per i reati commessi sul suolo italiano di cui è accusato, prevedendo una sua partecipazione alle udienze in video-conferenza. Una strada ancora tutta da studiare, anche perché è necessario che prima si sia chiusa la fase delle indagini, che è ancora aperta. Inoltre per percorrerla, bisogna verificare gli accordi di cooperazione con la Spagna e sarebbe necessaria una richiesta dell’autorità giudiziaria italiana a quella iberica attraverso una sorta di rogatoria che passerebbe anch’essa attraverso il ministero. In tutta la vicenda, un ruolo importante di mediazione e facilitazione potrà svolgerlo Eurojust, l’unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea.
In alternativa c’è la possibilità di una consegna temporanea del criminale all’Italia, oppure la consegna differita. Se la Spagna dovesse scegliere quest’ultima ipotesi, saranno decisive le tempistiche con cui sarà concesso l’invio di Igor in Italia: se a fine processo o, invece, fino a che abbia scontato la pena, eventualità che cambierebbe del tutto il quadro. In ogni caso, secondo quanto riferiscono i media spagnoli, al momento il killer di Budrio non si sta dimostrando collaborativo con la giustizia spagnola nè sta aiutando a chiarire i fatti.
Ma come è arrivato Igor in Spagna? Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, il killer di budrio sarebbe riuscito ad eludere i controlli e a lasciare l’Italia nascondendosi su un pullman di pellegrini. Il quotidiano milanese riferisce infatti il colloquio tra un informatore “da sempre attendibile” e un investigatore che seguiva il caso di Igor: “Avete mai controllato i pullman di pellegrini che escono dall’Italia per andare a Lourdes o Medjugorje?” avrebbe suggerito il primo. “Perché no? Ci sta” è la rispsota dell’investigatore. Un’ipotesi che attende ancorma conferme, ma intanto proseguono le indagini per individuare i suoi complici: al momento sono una decina i nomi di possibili fiancheggiatori nel mirino degli inquirenti italiani. Si tratterebbe di una vera e propria rete di appoggi che ha consentito al criminale di nascondersi in tutti questi mesi e arrivare in Spagna dove, dopo aver ucciso tre persone in una sparatoria, è stato arrestato dalla Guardia Civil.
Da aprile, dopo gli omicidi in Emilia-Romagna, sono state alcune centinaia le persone controllate dalla Procura di Bologna e dai carabinieri, con intercettazioni, pedinamenti, videosorveglianze e interrogatori, nella speranza di trovare tracce utili per localizzare il latitante. Diversi gli elementi che portavano in Spagna, tra Malaga, Valencia e Madrid; ma piste considerate attendibili hanno puntato l’attenzione anche verso persone residenti tra Serbia, Austria e Francia, che potrebbero aver favorito, coperto o aiutato, anche indirettamente, la fuga del ricercato. Tra questi, alcuni familiari, ma anche ex compagni di carcere, italiani e stranieri.