Ha mostrato la scheda, già votata per Gianfranco Micciché, prima di metterla nell’urna, come se fosse una testimonianza della sua fedeltà, ed è scoppiato il caos. Così il terzo voto per l’elezione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana è stato annullato. Il protagonista del gesto è il deputato dell’Udc, Giovanni Bulla, duramente contestato dal Pd.
“Ero distratto, sono stato chiamato, ma non ho visto il voto del deputato Giovanni Bulla”, ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture della Sicilia Marco Falcone, commentando la foto pubblicata dal M5S in cui si vede Bulla che mostra il voto.
Alcuni deputati dem si sono accorti del gesto – il voto dovrebbe essere segreto – e si sono subito avvicinati ai banchi del governo guidato da Nello Musumeci per protestare, chiedendo di considerare valido il voto e quindi annullare la scheda. Il presidente di turno, Alfio Papale, ha cercato di mantenere la calma in aula, dicendo che avrebbe rifatto votare il deputato. Ma il Pd ha continuato a protestare. A quel punto Papale ha sospeso la seduta, riunendo l’ufficio di presidenza, che ha deciso all’unanimità di invalidare l’intera tornata di voto.
Papale, presidente perché più anziano, ha letto in aula l’articolo 133 del regolamento parlamentare secondo cui quando si verifichino irregolarità il presidente può annullare la votazione e disporre che si ripeta. Venerdì Micciché non è stato eletto nelle prime due tornate, nella seconda per un solo voto.