La Procura presso la Sezione giurisdizionale di Bolzano della Corte dei Conti aveva chiesto una condanna al rimborso di 2 milioni 734 mila euro. I giudici hanno ridotto di un quinto la cifra, fissando il danno erariale in 565mila euro. Pur sempre una somma consistente che dovrà essere risarcita, per responsabilità amministrativa, alla Provincia autonoma di Bolzano. A pagare dovranno essere 18 persone, tra cui l’ex assessore Otto Saurer e l’assessore in carica Arnold Schuler. La motivazione? Furono applicati dispositivi automatici considerati non legittimi per le indennità di carica di funzionari della Provincia.

A conclusione del processo contabile, il procuratore Alessia Di Gregorio aveva presentato il conto ai rappresentanti della delegazione pubblica per conto della Provincia autonoma e all’ex assessore Saurer. Erano i firmatari di di un accordo collettivo di intercomparto che riguardava, negli ultimi cinque anni, la stipula di 605 contratti a favore di dirigenti della sanità pubblica, di case di riposo e di Comuni altoatesini. Il rendiconto generale della Provincia di Bolzano relativo al 2014 non era stato parificato dalle autorità di controllo a causa delle somme stanziate e versate al personale provinciale come indennità di funzione e di coordinamento. Secondo l’accusa, il personale non aveva l’incarico dirigenziale o di coordinamento.

Diverse le somme che ciascuno dovrà pagare. Quella più pesante riguarda l’ex direttore della ripartizione personale, Engelbert Schaller, con 182 mila euro. Otto Saurer, della Svp, che è stato vicepresidente e assessore della Provincia ininterrottamente dal 1984 al 2008, dovrà risarcire 43 mila euro. Per l’ex presidente dell’Agenzia per la contrattazione collettiva, Anton Gaiser, la cifra è di 80 mila euro. Di 43 mila euro per Günther Andergassen, direttore dell’intendenza tedesca. Di 63 mila euro per il dirigente delle case di riposo Arman Mattivi. Cifre minori per gli altri, tra cui l’ex direttore dell’Azienda di soggiorno Pierangelo Duzzi (16 mila), l’ex sindaco di Merano Franz Alber (16 mila), l’attuale assessore provinciale Arnold Schuler (5 mila) e l’ex sindaco di Bressanone Albert Pürgstaller (5 mila).

Nelle motivazioni è scritto che “gli aumenti retributivi erano indebitamente autorizzati dai contratti”, visto “l’assoluto divieto stabilito dal legislatore provinciale di corrispondere aumenti retributivi in modo automatico”. Nella realtà ciò avvenne “senza che all’incremento retributivo corrispondesse un accertato aumento della produttività”. Reazione dell’ex direttore del personale, Schaller: “La sentenza non rispetta la nostra competenza in materia di personale sancita da decenni”. Gli avvocati difensori annunciano l’intenzione di ricorrere in Consiglio di Stato.

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