Vent’anni fa la prima ibrida, con il debutto della Prius, e la strada segnata di una mobilità sostenibile. In un futuro prossimo la tentazione pionieristica dell’idrogeno, portata avanti con il primo modello fuel cell in vendita nel mondo, la Mirai. Nel mezzo il commitment che Toyota stessa ha annunciato proprio ieri: un’ambizioso piano di elettrificazione, che grazie a investimenti per 13 miliardi di dollari fino al 2030 porterà al debutto una decina di nuovi modelli a batteria dal 2020 in poi.

Non un orizzonte casuale, quello del 2030. Entro quella data, infatti, il colosso giapponese conta di realizzare almeno la metà dei suoi volumi totali di vendita grazie a vetture elettriche o elettrificate. Leggi auto a batteria “pure”, ibride (anche plug-in) e fuel cell a idrogeno. Vetture da introdurre inizialmente in Cina, poi in Giappone, India, Usa ed Europa.

Un obiettivo in linea con le previsioni di diffusione di queste tecnologie. Secondo quanto previsto dall’International Energy Agency, ad esempio, entro il 2030 ibride ed elettriche dovrebbero arrivare a pesare per il 10% sul totale dell’immatricolato nel mondo. Il che, tradotto, significa 4,5 milioni delle prime e un milione delle seconde, vendute ogni anno.

Fondamentali, in quest’ottica, saranno gli accumulatori di nuova generazione. Quelli che garantiranno un’autonomia maggiore a costi più contenuti. Proprio in questo senso va l’accordo firmato la scorsa settimana con Panasonic per lo sviluppo congiunto di batterie ultra prestazionali. “Abbiamo la necessità di espandere la nostra offerta di auto elettriche”, ha detto l’executive vice president di Toyota, Shigeki Terashi, “e per promuovere un più ampio impiego dei veicoli elettrici dobbiamo aumentare le nostre capacità di sviluppo tecnico e affrontare l’impatto sociale di questa tecnologia”.

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